Eppure all'inizio del dibattito in Senato Salvini aveva tirato dritto. «Rifarei tutto quello che ho fatto. Continuo a pensare che si debba andare al voto», aveva detto Matteo Salvini cominciando così il suo intervento nell'Aula, nel giorno forse più difficile della sua vita politica. Quasi una giustificazione rivolta ai suoi, in un giorno complicatissimo per la sua leadership indiscussa sino a pochi giorni fa, ma oggi criticata da tanti leghisti, a partire dai governatori del Nord, man mano che un possibile accordo 'giallorossò rischia di allontanare l'obiettivo sognato, quello che sembrava ormai scontato, delle urne.
Ed anche il percorso dell'Autonomia. Ma se da un lato attacca a testa bassa «l'inciucio» tra M5s e Pd, Salvini, dall'altro, tenta di lasciare aperto un ultimo strettissimo sentiero per il dialogo con i 5S, confermando di essere ancora disponibile a «votare il taglio dei parlamentari, fare una manovra coraggiosa e poi andare al voto».
Parole che però non convincono più di tanto, sembrano più un espediente propagandistico per togliersi dalle mani il cerino della crisi, dopo il durissimo j'accuse di Giuseppe Conte dedicato tutto al suo vicepremier.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Agosto 2019, 13:35
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