Mantovano: «Temiamo ingerenze russe, vogliono favorire l'astensione sul voto Ue»

Mantovano: «Temiamo ingerenze russe, vogliono favorire l'astensione sul voto Ue»

di Francesco Bechis, nostro inviato a Pescara

È un allarme circostanziato. La Russia potrebbe cercare di interferire nelle elezioni europee di giugno. «Non per favorire l'uno o l'altro, ma per far crescere l'astensionismo». C'è da prenderlo sul serio, se a parlare è Alfredo Mantovano. Occhiali da sole e gilet, il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega ai Servizi segreti passeggia fra i tendoni della Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia a Pescara, un Atreju sulla spiaggia per lanciare la candidatura Ue di Giorgia Meloni, con la confidenza dell'uomo di partito, a destra da una vita. Ma non dimenticare il dossier sulla tua scrivania. E questo riguarda anche la sfida della leader di FdI e della destra in corsa per il test europeo. C'è un precedente, spiega Mantovano al Messaggero . «Lo hanno già fatto alle elezioni in Spagna». Quelle chiuse l'anno scorso dalla non-vittoria della destra spagnola che ha lasciato il premier socialista Pedro Sanchez al suo posto, sia pure pericolante.

«Anche in quel caso, non fu per favorire una parte politica - riprende il sottosegretario parlando delle ingerenze russe - ma per far crescere l'astensione, delegittimare un sistema intero. E quando questo succede ci perdiamo tutti». C'è un motivo se da mesi gli apparati della sicurezza italiani hanno predisposto un piano d'azione per le elezioni europee. Gli allarmi non sono solo autoctoni: sono stati reiterati più volte dalle agenzie di intelligence alleate, ad esempio americane. Segnali precisi che la macchina della propaganda e della disinformazione di Mosca si è già messa in moto per minare la credibilità stessa dell'appuntamento europeo dell'8 e il 9 giugno. Per Vladimir Putin la posta in gioco è altissima. Dall'Europa che uscirà dalle urne dipenderà anche il futuro corso diplomatico del Continente rispetto alla guerra in Ucraina. Con un boom di partiti euroscettici e filorussi, da un estremo all'altro dell'arco politico, il pressante per uno stop agli aiuti a Kiev potrebbe salire. Mantovano conferma che la guardia resta alta. Segnala che è l'astensionismo il vero rischio. E non solo: spiega che gli attacchi cibernetici stranieri contro le istituzioni italiane, già impennate dopo l'invasione dell'Ucraina e all'indomani del 7 ottobre, «si intensificheranno in corrispondenza di eventi topici, come le elezioni». Segnali di preoccupazione degli apparati di sicurezza italiani che qui a Pescara, sotto i tendoni blu del partito meloniano, finiscono affogati in un'euforia di gruppo per il grande annuncio di Meloni, atteso domenica.

LA LEGGE 194

È la politica interna a tener e banco, su questa spiaggia.

E il protagonista della prima giornata è a suo modo Mantovano, che dal palco ha lanciato una doppia stoccata. Contro le opposizioni che all'indomani del 25 aprile accusano il governo di ambiguità sull'antifascismo: «Un remake dell'operazione etichettatura» che ora si può riproporre con «sovranista, populista o giocando con la categoria stato di diritto», è la replica al vetriolo di Mantovano. Poi contro l'Europa su un tema rovente nel dibattito pubblico, il diritto all'aborto che l'Europarlamento ha inserito una maggioranza fra i diritti fondamentali dell'Unione. «Capita che ci siano provvedimenti assunti in sede europea che vanno in palese contrasto con la norma istitutiva dell'Unione», è la dura replica di Mantovano, su questi temi fedelissimo interprete della linea Meloni. Di qui la promessa di cambiare rotta, qualora la destra vincesse a giugno. Sorride amaro il sottosegretario, sul polverone mediatico suscitato dalla sua uscita, «che altro posso dirvi, ho già detto abbastanza..». Poi ci tiene a sgombrare il campo: «Lalegge 194 non si tocca, resta lì».

Non si riferisce alla norma nel decreto Pnrr che ha aperto le porte dei consultori ai volontari pro-Vita, censurata in coro dalle opposizioni. Semmai «al diritto al lavoro, ad aiuti concreti alla maternità che stiamo cercando di garantire nelle leggi di bilancio. E che purtroppo hanno un arco temporale di dodici mesi, perché dobbiamo stare attenti ai conti ea spiacevoli sorprese, come gli effetti del Superbonus».

Fra. Bec.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 06:55
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