Torna il soft power americano, quel genere di seduzione globale di cui gli Stati Uniti possiedono (o possedevano) il know how, un terreno sul quale la Cina ancora non può competere. Torna il soft power americano e ha gli occhi, il sorriso e la determinazione della prima donna vicepresidente: Kamala Harris. Una di cui sappiamo poco, ma che già inonda i media del mondo. «Una donna empatica. Che sa ascoltare. E che prima di parlare riflette su quel che sta per dire» dice di lei la presidente del Women’s Forum di Parigi, Chiara Corazza, che per il Forum l’ha incontrata a Chicago un anno fa. L’americana e democratica Linda Douglass, già alla Casa Bianca con Obama e poi a Roma come moglie dell’ambasciatore John Philips, la vede cosi: «Kamala Harris è la partner perfetta per Biden. Ha aggiunto al team il volto felice di una donna con personalità positiva, multirazziale, una che rappresenta l’empowerment femminile».
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La determinazione
Con il pensiero rivolto alla determinazione delle donne che hanno combattuto per essere ascoltate, le afroamericane da lei definite «ossatura della nostra democrazia», ha ringraziato quella parte di elettorato determinante per la vittoria del team Biden-Harris. Ma è rivolgendosi alle nuove generazioni che Kamala Harris è tornata a brandire la bandiera del sogno americano. Quella bandiera che, anche per ragioni di età, il neo presidente Biden può sventolare con orgoglio, ma forse meno energicamente. Lei, Kamala, ha le phisique du role, la storia e l’energia per risultare convincente quando dice ai ragazzi e alle ragazze «sognate con ambizione, andate avanti con convinzione». Ripartire dalle donne per restituire smalto all’American dream ed efficacia al soft power è un’impresa rischiosa, che accende speranze e aspettative in una bella fetta della popolazione mondiale. È una mossa intelligente, né la Russia né tantomeno la Cina sono a loro agio col soft power, ma Kamala Harris dovrà evitare molte trappole e guardarsi attentamente le spalle. Ci sono quelli che come la Ocasio-Cortez sono stati soldati diligenti in campagna elettorale, ma ora cominciano a innervosirsi se il partito metterà ai margini la sinistra. E soprattutto quelli che coltivano la speranza di candidarsi alla Casa Bianca, 4 quattro anni, e sanno di avere davanti un ostacolo piuttosto ingombrante. Perché se farà bene, se non demeriterà, Kamala Harris sarà, come ha detto al Messaggero l’ex consigliere di Obama, David Axelrod, «in prima linea per la prossima nomination democratica». Reazioni entusiaste anche in Europa, naturalmente. A cominciare da quel Women’s Forum che si tiene ogni anno a Parigi e che riunisce le donne di tutto il mondo che hanno accesso alla stanza dei bottoni.
Il forum
Kamala Harris era tra gli ospiti del Women’s Forum che senza il Covid si sarebbe tenuto negli Stati Uniti mesi fa, ma la presidente del Forum, Chiara Corazza, spera ancora che possa essere presente in una delle prossime edizioni.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2020, 14:26
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