Gino Cecchettin, la lettera al funerale e il messaggio agli uomini: «Non giriamo la testa di fronte ai segnali di violenza, anche i più lievi»

Il discorso del papà: "Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare"

La lettera del papà agli uomini: «Non giriamo la testa di fronte ai segnali di violenza»

«Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, travolti da una tempesta terribile, una pioggia di dolore che sembra non finire mai. Siamo bagnati, infreddoliti. Ringrazio tutte le persone che si sono strette attorno a noi, grazie del sostegno, ne avevamo bisogno in queste settimane terribili». Così Gino Cecchettin, il papà di Giulia, inizia la lettera che legge in chiesa durante il funerale a Padova.

«Mia figlia Giulia era come l'avete conosciuta, una giovane donna straordinaria mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della cura familiare dopo la perdita della mamma. Dopo la laurea Giulia si è guadagnata ad honorem il titolo di mamma. Era già una combattente, un'oplita, come i soldati greci: tenace nei momenti di difficoltà. Il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è il risultato di una cultura che svaluta le donne vittime di coloro che avrebbero potuto amarle prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità ma quella educativa ci coinvolge tutti: mondo dell'informazione, famiglia, scuola.

Il messaggio agli uomini

E continua: «Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi sfidando la cultura che minimizza la violenza da parte di uomini apparentemente normali, non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i piu lievi. La nostra azione cruciale è creare una cultura di responsabilità e di supporto, insegnamo ai nostri figli il valore del sacrificio, dell'impegno, educhiamoli ad accettare le sconfitte, creiamo un clima che favorisca il dialogo, un dialogo sereno a una sessualità libera di ogni possesso e un amore vero che cerca solo il bene dell'altro.

La tecnologia ci connette in modi straordinari ma ci isola dagli altri. Dobbiamo trovare la capacità di ascoltare ed essere ascoltati, di comunicare con empatia e rispetto. La scuola ha un ruolo essenziale, l'importanza delle relazioni sane, la capacità di gestire i conflitti in modo sano senza ricorrere alla violenza.

«La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie e continua nelle scuole che devono essere inclusive per tutti. Trasformare le vittime in bersagli perchè dicono qualcosa su cui non siamo d'accordo. Siamo tutti coinvolti anche quando sarebbe facile sentirsi assolti. Affrontare il flagello della violenza di genere con programmi educativi per proteggere le vittime e garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere le loro azioni. Le forze dell'ordine devono essere dotati di strumenti per conoscere il pericolo e combattere questa piaga. Dobbiamo trovare la forza di reagire, trasformare la tragedia in cambiamento. La vita di Giulia , la mia Giulia ci è stata sottratta in modo crudele ma puo essere il punto di svolta per porre fine alla violenza sulle donne. Che la memoria di Giulia ci spinga a lavorare insieme per creare un mondo in cui la violenza sulle donne non esista più».

Addio Giulia

E poi conclude con un addio straziante: «Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni. Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide ti adorano, Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio».


Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Dicembre 2023, 20:16
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