Riccardo Ferri, ex grande difensore dell'Inter (418 presenze tra il 1981 e il 1994)

Riccardo Ferri, ex grande difensore dell'Inter (418 presenze tra il 1981 e il 1994)
Riccardo Ferri, ex grande difensore dell'Inter (418 presenze tra il 1981 e il 1994) e della Nazionale, dà la sua interpretazione sull'ormai quasi scudetto dei nerazzurri, che arriverà domenica con quattro turni di anticipo in caso di successo domani a Crotone e di mancata affermazione 24 ore dopo dell'Atalanta in casa del Sassuolo.
Che sapore ha questo tricolore, per il quale ormai è solo questione di tempo?
«È il frutto di un progetto preciso e ben definito non solo partito con l'acquisizione di Antonio Conte. Farei un ulteriore passo indietro all'arrivo di Beppe Marotta. Diciamo che se Conte ha alzato l'asticella nello spogliatoio, Marotta l'ha alzata in sede. Due persone professionali e ambiziose, con voglia di raggiungere risultati importanti. L'anno scorso c'è stata la finale di Europa League e il secondo posto in campionato. Quest'anno la squadra è venuta ancora più fuori con le sue caratteristiche: grande senso di appartenenza, solidità, voglia di giocarsela sino in fondo».
Quale è stato il merito principale di Conte?
«La grande capacità di andare avanti con il proprio lavoro nonostante pressioni e critiche, che anche quest'anno non sono mancate. Poi caparbietà e attenzione a tutti i particolari, durante la settimana e in partita».
Ma è vero che questa Inter è vincente, ma non bella?
«La bellezza e il fascino di una squadra si possono vedere sotto diverse angolazioni. In alcune situazioni per me l'Inter è stata concreta, in altre cinica, in altre ancora sofferente ma sempre solida. Però l'ho vista anche bella, seppur il bello sia soggettivo».
Trova somiglianze con la sua Inter dei record del 1988-89?
«Difficile fare comparazioni tra i giocatori. Però nell'Inter soprattutto di questa seconda parte di stagione ho rivisto lo stesso atteggiamento, lo stesso spirito di appartenenza, la stessa voglia di ribaltare l'azione e di imporre la propria identità dell'Inter di Giovanni Trapattoni».
Come vede la serratissima lotta Champions?
«Innanzitutto vorrei dire che è stato ed è un campionato affascinante, nonostante l'assenza del pubblico. Per la Champions sarà una lotta al fotofinish. Secondo me le prime due posizioni sono già definite, Inter prima e Atalanta seconda. Le altre due piazze Champions se le giocheranno Napoli, Juventus e Milan, con lo scontro diretto tra bianconeri e rossoneri che dirà molto».
Come commenta le difficoltà della Juve?
«Ha fatto tanta fatica ad imporre il proprio gioco, basandosi a lungo essenzialmente sulle realizzazioni di Cristiano Ronaldo. Ha avuto difficoltà in difesa e a centrocampo. Poi ha patito l'assenza di Dybala e la mancanza di alternative a Morata».
E il Milan?
«Ha avuto una flessione sul piano fisico, ma anche su quello mentale quando ha perso l'obiettivo del campionato. Non essere riuscito a giocarsi sino in fondo un qualcosa che avrebbe reso strabiliante la sua stagione, ha pesato. E poi hanno influito le assenze, soprattutto quella di Ibrahimovic».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Aprile 2021, 05:01
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