Coronavirus, Milano città chiusa

Giammarco Oberto
Una domenica cominciata con gli inviti alla calma e finita con l'assalto ai supermercati. Perché alla fine è successo: la città motore dell'economia italiana chiude per proteggersi dal coronavirus.
Anche il sindaco Sala era partito pompiere, in mattinata: «Gli eventi in città sono tanti, non immagino una città blindata in cui tutto viene annullato, ma quelli che sono non obbligatori e rinviabili, magari sarà buon senso rinviarli». E invece: tempo due ore ed è arrivata l'ordinanza di Palazzo Lombardia valida su tutto il territorio regionale: sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi o di ogni forma di riunione in luogo pubblico anche di carattere culturale.
Non solo: chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado - infanzia compresa - a partire da questa mattina e per sette giorni almeno, che potrebbero diventare 14. Niente lezioni né esami in tutti gli atenei, cancellati master e corsi professionali. Chiude anche la movida: i pub e le discoteche terranno le serrande abbassate dalle 18 alle sei del mattino. Persino il Duomo spranga i battenti: i turisti non potranno visitare la Cattedrale né oggi né domani. Si potrà entrare solo per pregare. Nelle chiese - dove sono state svuotate le acquasantiere - non saranno officiate messe. Anche gli oratori saranno chiusi. Funerali e matrimoni potranno essere celebrati alla sola presenza dei parenti più stretti. Per il momento nessun provvedimento è stato preso per i mezzi pubblici, così come per il mondo del lavoro: gli uffici pubblici per rimangono aperti. Aperto anche il Palagiustizia, benché sia probabile che le attività si svolgano a regime ridotto. Nessun provvedimento per i negozi, anche se in Regione dicono «per ora». Perché la situazione è molto fluida.
«Non pensiamo di isolare la città, anche perché sarebbe qualcosa di impensabile» ha affermato il governatore Fontana. Ma, «se la situazione dovesse degenerare», ha detto, «nella fase due si potrebbero assumere iniziative più drastiche e rigorose». Quelle - è il peggiore dei quadri immaginabili - «che in Cina sono state adottate a Wuhan». Ovvero l'epicentro del virus che sconvolge il Mondo.
La prima risposta dei milanesi è stata prendere d'assalto i supermercati. Ieri sera gli scaffali erano vuoti come dopo un passaggio di locuste. E non si trovavano più bottiglie d'acqua, carne, uova, frutta e verdura.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Febbraio 2020, 05:01
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