Blue Whale, istigò 12enne a farsi tagli: condannata

Si è chiuso con una condanna a un anno e mezzo (pena sospesa e non menzione) il primo e unico processo celebrato davanti al Tribunale di Milano nel quale una ragazza milanese, ora di circa 25 anni, è finita imputata con le accuse di atti persecutori e violenza privata aggravati, per essersi spacciata per «curatore» nell'ambito della cosiddetta Blue Whale Challenge. E per aver costretto, con i social, una alunna di 12 anni delle medie di Palermo a infliggersi tagli sul corpo e a inviarle le foto, come primo step delle 50 prove di coraggio.
La ragazza tra maggio e giugno del 2017, con un complice di origini russe allora di 16 anni, avrebbe contattato la vittima come «curatorlady», imponendole i gesti da compiere. «Se sei pronta a diventare una balena - recita uno dei messaggi inviati all'adolescente siciliana - inciditi yes sulla gamba, se non lo sei tagliati molte volte per autopunirti». La presunta «curatrice» le avrebbe detto di sapere da dove si connetteva e quindi di poterla raggiungere e ucciderla qualora avesse interrotto la partecipazione alla sfida. La ragazzina è stata salvata dalla polizia. A condannare la curatrice è stata ieri il giudice monocratico Angela Martone.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Maggio 2021, 05:01
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