Verso i 100mila casi a Treviso e provincia: risulta contagiato 1 cittadino su 8

Verso i 100mila casi a Treviso e provincia: risulta contagiato 1 cittadino su 8

di Loredana Zago

TREVISO - Il virus viaggia veloce. Con quasi 500 nuovi positivi al giorno, di questo passo nell’arco di una settimana, nella Marca, potrebbe essere superata la fatidica soglia dei 100mila contagi: il che significa che un trevigiano su otto ha contratto il Covid-19. Una situazione in evoluzione (la settimana scorsa si è registrato un più 43% portando il totale dei positivi a quota 96.060). Senza contare che a peggiorare il quadro potrebbe entrare in scena anche la variante Sudafricana Omicron, anche se per ora non si sono registrati casi.


I DECESSI
Il bollettino di ieri regista anche due nuovi decessi: si tratta di un 95enne che si trovava ricoverato all’ospedale di Vittorio Veneto, vaccinato con la seconda dose (già trascorsi sei mesi) e di un 90enne che invece era ricoverato a Treviso, non vaccinato. Entrambi avevano pluripatologie importanti. Ma c’è anche una buona notizia: i pazienti nelle Terapie intensive sono scesi a 9, due infatti sono in via di miglioramento e quindi sono stati trasferiti nei reparti ordinari. Una boccata di ossigeno per i medici e il personale sanitario su questo fronte. Mentre i ricoveri continuano a superare le cento unità giornaliere. Un quadro che porta il direttore generale dell’Usl 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, a rinnovare l’appello: «Mascherine anche all’aperto, e vaccini, vaccini e ancora vaccini» ripete come un mantra. «Non ci sono alternative».


IL MONITORAGGIO
I contagi del resto continuano ad aumentare soprattutto tra i giovani, nelle scuole: 330 le classi tra quarantena e monitoraggio. «A cascata ci sono amici, parenti, è normale un aumento di positività - fa il punto Benazzi - Ora ci avviciniamo alle vacanze natalizie e quindo le scuole chiuderanno. Spero in una remissione di contagi. Credo che potremo respirare almeno nei 15 giorni di Natale. Sono convinto che con le chiusure delle scuole ci sarà un calo netto di contagi». I contagi infatti sono principalmente legati ai minori che frequentano le scuole primarie. «Su 500 casi positivi, un terzo dei contagi riguardano i ragazzi fino ai 19 anni d’età precisa ancora il direttore generale - Un’altra buona parte viene contagiata da loro a cascata.

Gli adulti, che non hanno correlazione con i giovani e che diventano positivi si riducono a un terzo». Cosa ci si può aspettare quindi nel prossimo futuro? Benazzi non si sbilancia in previsioni. «Ma una cosa è sicura - puntualizza - stiamo peggiorando. In questo periodo se noi non avessimo vaccinato la gente anzichè avere 110-115 ricoveri al giorno ne avremo 400 come accadeva nella seconda ondata. Una segnale confortante c’è: la vaccinazione serve». Quindi preoccupa l’incidenza dei casi? «Può darsi che Treviso possa avvicinarsi alla zona gialla, ma per fortuna ragioniamo a livello veneto. La parola d’ordine è individuare, isolare e mettere in quarantena. E poi non mi stancherò mai di ripeterlo: la mascherina va usata sempre anche all’esterno». Al momento non sono stati registrati casi della variante Omicron, ma la guardia è alta. «Facciamo i tamponi e chiediamo alle persone se sono state in contatto con gente in arrivo dal Sud Africa. Nei casi sospetti il tutto viene inviato all’Istituto zooprofilattico».Intanto non ci saranno nuovi vax point. Verranno aumentati gli orari. A Ormelle sarà aperto tutti i giorni, anche il sabato e la domenica. E da giovedì ad Asolo ci saranno mille vaccini in più al giorno dal lunedì alla domenica. Il tendone per i tamponi allestito all’aeroporto Canova continuerà a essere attivo fino a metà dicembre.


AL CANOVA
«Il personale è presente all’arrivo degli aerei. Questo fino a metà dicembre - conferma Benazzi - poi dovrò incontrare il direttore dell’aeroporto per valutare se ci sarà la possibilità di avere alcune sale più confortevoli all’interno della struttura, insieme valuteremo come fare».
E gli studenti? In 18mila rischiano di restare a piedi con i trasporti, un problema non indifferente per le famiglie. Cosa si può fare? «Dovevano vaccinarsi. Alternative non ce ne sono». E le mascherine? «Visto che c’è ancora gente che non si vaccina, che ci rispettino mettendo la mascherina sempre e ovunque. Tutto deve restare aperto, dobbiamo lavorare tutti».
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Novembre 2021, 17:18
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