Comune di Belluno "bacchettato" dalla Corte dei Conti: sotto la lente i bilanci degli ultimi due anni

Palazzo Rosso era finito nel mirino per il rendiconto presentato 3 mesi in ritardo nel 2022

Comune di Belluno "bacchettato" dalla Corte dei Conti: sotto la lente i bilanci degli ultimi due anni

di Olivia Bonetti

BELLUNO - Poco sul fronte della riscossione dei crediti di tasse e multe, il rendiconto presentato in ritardo, non adeguato monitoraggio degli interessi pagati in relazione all'indebitamento, nessuna politica di valorizzazione del proprio patrimonio. La Corte dei Conti striglia il Comune di Belluno e lo fa partendo dall'esame della documentazione inerente al bilancio di previsione 2021/2023 e il rendiconto 2021 del Comune di Belluno, che doveva essere presentato entro il 30 aprile 2022, avvenuta invece il 28 luglio 2022. La sentenza della Corte dei Conti pubblicata in questi giorni «rileva la tardiva approvazione del rendiconto 2021; un accumulo di residui attivi e passivi» e «raccomanda all'Ente di favorire un miglioramento nella capacità di riscossione». I magistrati rilevano a Palazzo Rosso «un tasso di riscossione in conto residui molto basso», ma anche «imprecisioni nella compilazione della relazione dell'Organo di revisione, e raccomanda al predetto organo di porre la massima attenzione all'esattezza e completezza nella compilazione del questionario-relazione».


LA QUESTIONE

Il Comune è finito nel mirino della Corte dei conti quando era «stata rilevata la tardiva approvazione del rendiconto 2021, avvenuta il 28 luglio 2022, in violazione del termine perentorio del 30 aprile». Era il periodo a cavallo tra le due amministrazioni: la giunta Massaro, che termina il suo governo a giugno 2022 e passa il testimone a quella di Oscar De Pellergin, che dopo un mese circa approva il rendiconto. Da lì partono le verifiche e la richiesta di risposte puntuali a Palazzo Rosso: emerge un quadro non ottimale, sopratutto sul fronte della riscossione dei crediti.


TASSE

«Si è rilevato che il tasso complessivo di riscossione, in conto competenza, delle entrate derivanti dall'attività di contrasto all'evasione tributaria è pari al 28,9% con la conseguente formazione di residui della competenza per 1.161.757,98 euro».

Ha pertanto invitato l'ente a relazionare in merito a tali risultati. Il Comune si è difeso affermando che «è stata svolta una massiva attività di accertamento per il recupero pluriennale dell'evasione/elusione relativi alle previgenti imposte Imu e Tasi che ha interessato le annualità 2016/2017, previa la costante bonifica ed aggiornamento degli archivi di gestione». Ma i magistrati concludono: «La risposta sulla riscossione in conto/competenza non aggiunge ulteriori elementi rispetto ai dati analizzati in sede di istruttoria: il tasso di riscossione si è attestato al 28,9%».


MULTE

«Si rileva un tasso complessivo di riscossione, in conto competenza, per tale tipologia di entrate pari al 50,6%», dicono i magistrati. Praticamente la metà delle multe non viene riscossa. Il Comune risponde che «con riferimento al procedimento di riscossione, il pieno rispetto della normativa vigente in materia». I giudici concludono: «Dalla risposta si evince dunque che il tasso di riscossione in conto competenza si è attestato al 50,6%». E sulla gestione dei soli proventi per violazione del Codice della strada «emerge un tasso di riscossione in c/residui del 18,2%; pertanto i residui derivanti da proventi per violazione del codice della strada sono passati da 1.593.312,65 euro all'1/01/2021 ad euro 2.194.228,22 al 31/12/2021, il che conferma i risultati insufficienti ed un rischio di riscossione estremamente alto». Poi il patrimonio, l'indebitamento e infine le conclusioni che evidenziano le tante irregolarità. La sentenza sarà ora trasmessa al Presidente del consiglio comunale e all'Organo di revisione economico-finanziaria del Comune di Belluno.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 12:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA