Divieti aggirati, Uefa non pervenuta e poca comunicazione:
così Roma è stata ostaggio degli ultrà olandesi

Divieti aggirati, Uefa non pervenuta e poca comunicazione: così Roma è stata ostaggio degli ultrà olandesi
Il giorno dopo è sempre quello delle polemiche. E se il centro di Roma, per una notte e una lunga mattinata, è stato ostaggio della follia dei tifosi del Feyenoord, ecco che si scatena, oltre all'indignazione dell'opinione pubblica, anche la polemica tra le istituzioni. Il sindaco Ignazio Marino è furioso con chi ha permesso che gli ultrà olandesi si appropriassero di Campo de' Fiori e Piazza di Spagna, danneggiando sia opere d'arte che esercizi commerciali.





Il questore Nicolò D'Angelo, però, ha replicato così: «Capisco il sindaco di Roma che si è visto la piazza vituperata ma non condivido una accusa di pressapochismo: abbiamo garantito l'incolumità, abbiamo impedito devastazione e saccheggi veri. Le forze dell'ordine hanno operato bene. Scaricare non serve, quando si perde si perde insieme». D'Angelo ha anche spiegato che la polizia ha preferito contenere gli olandesi senza cariche per evitare che la situazione peggiorasse. Effettivamente, con 1800 uomini schierati (600 in centro) e ben 6000 tifosi ospiti presenti, quasi un migliaio dei quali senza biglietto, il fatto di aver impedito contatti con la tifoseria romanista è comunque un risultato positivo: «Abbiamo evitato il contatto con 600 tifosi romanisti a piazza Mancini che volevano tendere un agguato agli olandesi per vendicare la Lupa. Li abbiamo intercettati, bloccati e portati via».

L'unica, vera notizia confortante è, quindi, che il peggio è stato evitato e i danni limitati. Il questore, in conferenza stampa, ha voluto mettere la faccia davanti a ogni tipo di accusa, ma ha anche specificato: «Rifarei la stessa scelta. Bisogna agire con la testa, non senza controllo e indiscriminatamente. Io morti non ne faccio. Meglio lattine di birra a terra e sporcizia, piuttosto che agire sconsideratamente».



L'opinione pubblica, però, ora non sa a chi dare la colpa dello scempio accaduto nel cuore della Capitale più famosa al mondo. Marino, Alfano, D'Angelo e Pecoraro: sono tutti sul banco degli imputati, anche se condividono le responsabilità con la polizia olandese e la Uefa. Le polemiche ora rimbalzano da un accusato all'altro, ma difficilmente cambierà qualcosa anche se il Governo si è affrettato a fare i soliti proclami: «Non accadrà più». Frasi di circostanza in perfetto stile renziano che gli stessi protagonisti pronunciarono dopo l'omicidio di Ciro Esposito. Non si dimise nessuno, neanche di fronte a un morto. E sono tante le domande che i romani, così come il resto dell'Italia, potrebbero porsi. Perché, ad esempio, l'accesso al centro viene vietato a suon di manganellate a studenti, operai in cassaintegrazione e terremotati, e poi letteralmente regalato a teppisti venuti dall'estero? E se il centro storico della Capitale d'Italia viene occupato da hooligan ubriachi, come potremmo organizzare tra nove anni le Olimpiadi o, decisamente molto peggio, frenare la minaccia dell'Isis? Questa volta il peggio è stato evitato, ma la 'figuraccia' resta, anche se le responsabilità maggiori, in questo caso, arrivano più dall'estero che dall'Italia.



Il problema, infatti, non nasce nella giornata di ieri o in quella di mercoledì. Gli errori che hanno permesso la devastazione del centro storico di Roma risalgono alle settimane precedenti la sfida di Europa League, e la responsabilità è di tutti: polizia italiana e olandese, Questura e Prefettura di Roma, e anche la Uefa. La polizia di Stato, infatti, ha lamentato una grave mancanza di comunicazione con i colleghi olandesi, 'rei' di non aver informato in maniera dettagliata sulla tifoseria del Feyenoord e soprattutto sulla frangia più estrema. In Europa gli ultrà del club di Rotterdam sono noti da decenni per la loro pericolosità, l'Uefa non poteva non saperlo ma non ha disposto particolari disposizioni in merito. E pensare che lo stesso organismo calcistico europeo aveva escluso il club, nel 2007, dopo gravi disordini durante una trasferta a Nancy, in Francia. Michel Platini, però, evidentemente si limita a farneticare sul fair play finanziario.



Tra i tifosi del Feyenoord giunti a Roma, molti dei più violenti erano arrivati in Italia senza biglietto e partendo dal Belgio per eludere i controlli in Olanda. Gli arrestati tra mercoledì e ieri e processati per direttissima faranno ritorno a casa e resta il dubbio se pagheranno i 45 mila euro di danni ciascuno comminati dalla giustizia italiana. Molto criticata è stata anche l'ordinanza stabilita dal prefetto Giuseppe Pecoraro, che vietava la vendita di alcol in tre diversi municipi di Roma dalle 20 di mercoledì alle 24 di ieri è stata facilmente aggirata con l'acquisto nei supermercati di altre zone o addirittura da alcuni abusivi in strada. Già, perché ormai nella Capitale è una consuetudine accettata essere assaliti da venditori ambulanti in ogni angolo e tutto questo non fa più notizia.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Febbraio 2015, 17:57
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