Non solo impianti, ecco tutte le infrastrutture
negate ai romani col no alle Olimpiadi

Non solo impianti, ecco tutte le infrastrutture negate ai romani col no alle Olimpiadi

di Franco Pasqualetti
L'addio al sogno olimpico per Roma rappresenterà anche un brutto risveglio per i cittadini che avrebbero potuto beneficiare di una serie di opere strategiche per trasporti e mobilità. La chiusura dell'anello ferroviario, il ponte dei Congressi, la diramazione della metro C fino a Tor Vergata e il prolungamento della stessa fino alla Farnesina rischiano quasi certamente di restare chiusi nei cassetti del Comintato promotore.

Nel Planned transport infrastructure, il piano trasporti inserito nel dossier dei Giochi 2024 a Roma, c'erano opere già parzialmente finanziate, in corso di attuazione o cantierabili.
Come la diramazione della metro C fino a Tor Vergata, per esempio. Il Comitato olimpico aveva infatti chiesto il trasporto dei 17mila atleti dal Foro Italico al Villaggio di Tor Vergata in 30 minuti. Miracolo che solo la metropolitana avrebbe potuto realizzare. Il piano preliminare vedeva la realizzazione di 3 km e mezzo in superficie, con sfioccamento, cioè diramazione da Torre Angela. Una manna per i cittadini che, con le olimpiadi, avrebbero potuto contare su un trasporto capillare. 

E che dire della metro leggera Anagnina-Romanina-Torre Angela? Sei chilometri e mezzo che dovevano essere realizzati tra il 2018 e il 2022. E poi la tramvia della Musica, che già gli ingegneri del Comune stavano ipotizzando quando l'omonimo ponte ciclopedonale è stato realizzato e inaugurato nel giugno 2011, bellissimo ma per il momento inutilizzato. Un percorso su ferro di 6,9 km.

Nel capitolo trasporti sono indicati anche il ponte di Dragona, il ponte della Scafa, un ponte sul Tevere tra la circonvallazione Ostiense e via Enrico Fermi, zona Marconi. Infine il rinnovamento e il potenziamento di una serie di arterie stradali: lungotevere di Pietra Papa, lungotevere San Paolo, lungotevere Dante, connessione tra lungotevere San Paolo e la via del Mare. Un sogno che, col no di Virginia Raggi, rimarrà tale. Per non parlare dell'ammodernamento delle linee A e B e di tutte (sì, tutte...) le stazioni, la trasformazione della Roma-Lido in un collegamento civile. Tutte opere, che una volta terminate le Olimpiadi, sarebbero rimaste come eredità ai romani. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Settembre 2016, 09:29
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