Marra e quei rapporti con Alemanno, il M5S si spacca ma rinvia la resa dei conti

Marra e quei rapporti con Alemanno, il M5S si spacca ma rinvia la resa dei conti

di Sofia Unica
Il «caso» Marra esplode come una bomba dentro il M5s e Beppe Grillo trattiene a fatica i parlamentari che chiedono la testa del braccio destro della sindaca di Roma Virginia Raggi.

L’intervista concessa dal capo del dipartimento delle Risorse umane del Campidoglio al Fatto Quotidiano, in cui Marra rivela tra l’altro di aver chiesto a Gianni Alemanno, tramite monsignore D’Ercole, una raccomandazione per entrare nei servizi segreti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e provocato le ire dello stesso leader M5s che aveva tentato fino all’ultimo di evitare lo show down. Ma ora il dado è tratto: la tregua durerà solo fino al 4 dicembre per evitare contraccolpi alla campagna referendaria del Movimento. Dopodiché, e se nel frattempo Virginia Raggi non avrà risolto la grana in modo autonomo, Marra dovrà fare un passo indietro.

Volente o nolente. È questo l’accordo che Grillo ha stretto con tutti i big del Movimento che lo hanno tempestato di chiamate per protestare: il capo politico del M5s ha ottenuto, in cambio, una tregua temporanea, una moratoria agli attacchi, dichiarazioni, prese di distanze. «Non commento interviste di dipendenti comunali. La linea su Raggi è: oneri e onori», dichiara infatti Luigi Di Maio a La Stampa. E il silenzio assordante delle tre parlamentari più critiche nei confronti delle decisioni della sindaca di Roma, Roberta Lombardi, Paola Taverna e Carla Ruocco, conferma che la tregua in corso ancora regge.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Novembre 2016, 09:08
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