Marino, il pm chiede il rinvio a giudizio
per il caso degli scontrini e la onlus
di Davide Manlio Ruffolo
Le due inchieste, in realtà, sono state unite all’interno di un unico procedimento come avevano concordato, lo scorso febbraio, i magistrati e il procuratore capo della Repubblica Giuseppe Pignatone. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori in merito alle spese sospette, sostenute tra il 2013 e il 2014 con la carta di credito intestata al Campidoglio, ad Ignazio Marino veniva contestato sia il reato di peculato che quello di falso. Il peculato si configurerebbe in quanto Marino si sarebbe appropriato «ripetutamente della dotazione finanziaria dell’ente», usando la carta di credito intestata al Comune per pagare 56 cene «nel proprio interesse e di altre persone non identificate».
Il falso, si riferisce alle disposizioni impartite alla propria «segreteria affinché formasse e firmasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute» per farle figurare come eventi istituzionali. Il secondo filone d’inchiesta riguarda la presunta truffa all’Inps da parte della onlus Imagine, fondata nel 2005 da Marino per fornire aiuti sanitari in Sudamerica e Africa, dove l’ex primo cittadino, in qualità di legale rappresentante, avrebbe predisposto la certificazione di compensi riferiti a prestazioni fornite da collaboratori fittizi.
Ora la palla passa a Marino che, già al momento della notifica di chiusura indagine, aveva dichiarato: «Sono tranquillo. Saprò dimostrare che non c’entro nulla e che, semmai, sono una vittima. Mi sono sempre mosso nel pieno rispetto della legalità ed è per questo che continuerò a impegnarmi per Roma».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Marzo 2016, 10:39
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