Foto e video hard alle baby modelle, Fusco tenta la difesa: «Quelle ragazze volevano il successo»

Foto e video hard alle baby modelle il fotografo Fusco tenta la difesa: «Quelle ragazze volevano il successo»

di Adelaide Pierucci
Foto osè, ammiccamenti e giochi erotici. Anche con i baby modelli. Non avrebbe fatto differenze di sesso Furio Fusco, il fotografo di moda con base a piazza Bologna, nell'approfittare dei clienti della sua agenzia, centinaia di giovani, anche minorenni, con la voglia di sfondare nel mondo della moda. Il «talent scout», come si autodefinisce, per otto ore ieri in procura ha raccontato la sua verità per cercare di difendersi dalla doppia accusa di pedopornografia e violenza sessuale su minori. «Sono un ottimo manager del settore», ha spiegato Fusco, tuttora in arresto. «Le foto di nudo, per me erano artistiche. Ho saputo solo dopo l'apertura dell'inchiesta che fare scatti osè ai minori comportasse il reato di pedopornografia. Per il resto erano loro a cercarmi. Volevano il successo ed in alcuni casi ho creato contatti con interni di Rai e Mediaset». Casi su cui il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi stanno indagando per accertare se anche i manager televisi abbiano approfittato di alcune giovani.



«Nel giro il mio era un nome noto», ha specificato Fusco, «Gestisco da anni un'agenzia di modelle a numero chiuso con 300 ragazze e 100 ragazzi. Alcuni di loro, i più bravi e fotogenici, grazie a me hanno lavorato per pubblicità vedi la Coca Cola, e Fendi, e in piccole parti nel cinema come nel film “Amore 14” di Federico Moccia e il prossimo in uscita di Sorrentino». Sono tanti i nomi che cita Fusco per sottolineare la sua professionalità nel tentativo di convincere gli inquirenti che sarebbero state gli stessi baby modelle e modelli a coinvolgerlo e non il contrario. Circostanze smentite da interrogatori e dalle stesse vittime, quindici in questa prima fase dell'inchiesta.


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Ottobre 2014, 12:16
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