Riforme, accordo Pd-Fi-Ncd-Lega sul Senato.
Renzi: "È la rivoluzione del buon senso"

Riforme, accordo Pd-Fi-Ncd-Lega sul Senato. ​Renzi: "È la rivoluzione del buon senso"

di Alessandra Severini
ROMA - La chiama una rivoluzione del buon senso quella che vorrebbe realizzare da protagonista. Il premier Renzi esulta per l'accordo trovato sulla riforma del Senato e rilancia tutti cambiamenti strutturali che intende realizzare per dimostrare che l'Italia non un paese irriformabile.





Perchè «una politica che ha coraggio vince i tabù». Si comincia da quella riforma della pa (ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl) per proseguire con quella del Terzo settore, per poi passare al fisco, alla giustizia, al lavoro. E per affrontare tutti questi impegni l'ex rottamatore giura che se ne starà chiuso a Palazzo Chigi per tutta l'estate. Nonostante il tonfo della produzione industriale, inoltre, il premier esclude l'ipotesi di una manovra in arrivo in autunno.

Ma è il via libera in commissione al nuovo Senato non elettivo che mette il premier così di buon umore. «Una giornata straordinariamente importante» è il suo commento. Lunedì cominceranno nell'aula di palazzo Madama le votazioni che potrebbero portare entro il mese al voto finale. Renzi è ottimista: «Non temo il voto in aula».



L'esultanza del premier si giustifica anche perchè l'accordo sulla riforma del Senato è stato in bilico fino all'ultimo. Berlusconi è riuscito per ora a sminare la fronda interna contraria alla riforma. Il fido Verdini ha portato direttamente il messaggio del “capo” ai senatori ribelli: «I patti si rispettano dalla a alla z». La conferma che Berlusconi non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il Patto del Nazareno, noostante incomba a giorni la sentenza sul processo Ruby.



Ai piccoli partiti qualcosa è stato concesso. Lega e Ncd sono riusciti a far modificare il meccanismo con cui i Consigli regionali eleggeranno i futuri senatori, che rischiava di portare a Palazzo Madama solo esponenti dei grandi partiti Pd, Fi e M5s. La trattativa si è estesa anche all'Italicum con i piccoli a mettere in discussione le soglie di sbarramento troppo elevate. Durissima invece l'opposizione promessa dai 5 stelle: «Con la riforma, i senatori potranno essere comodamente nominati dalle segreterie di partito, pescando anche tra condannati in via definitiva. Anzi – aggiungono - godranno pure dell'immunità parlamentare e resta aperta la porta ad una indennità».



Un nuovo corso sembra ormai essersi aperto anche in Giunta per le autorizzazioni a procedere. Ieri il sì all'arresto dell'ex governatore del Veneto Gianfranco Galan per l'inchiesta sul Mose. I voti favorevoli sono stati 16 voti e solo 3 i contrari. Galan si è detto «fiducioso che i colleghi d'aula abbiano letto la documentazione e votino secondo coscienza. Io sono innocente». In effetti, ora l'ultima parola spetterà a Montecitorio ed è lì che Forza Italia tenterà di salvare il suo deputato o spuntando un rinvio o chiedendo il voto segreto.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Luglio 2014, 13:32
© RIPRODUZIONE RISERVATA