Quirinale, Napolitano si è dimesso: Grasso
"pro tempore" e parte la corsa al Colle

Napolitano si è dimesso, tocca a Grasso: è corsa al Colle
ROMA - Dopo nove anni di mandato, Giorgio Napolitano ha firmato la lettera di dimissioni che sarà a breve consegnata dal segretario generale Donato Marra ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio. «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35 - si legge in una nota del Quirinale - l'atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri».







APPLAUSI A MONTI Giorgio Napolitano è tornato nella sua casa al Rione Monti. Accolto da un grande applauso, ha saluto con la mano dall'auto, poi è sceso e ha risalutato la folla. Infine accompagnato dalla moglie Clio è entrato nel portone al civico 14 di vicolo dei Serpenti dove c'è la sua abitazione privata.



«Bravo, bravo» e «Bentornato»: questo hanno gridato alcuni residenti del Rione Monti quando l'ex presidente Giorgio Napolitano, sceso dall'auto che lo riaccompagnava a casa, ha voluto salutare la folla con un ampio gesto del cappello. Tanti i curiosi e gli abitanti di Monti che si sono assiepati nei pressi di vicolo dei Serpenti.







IL SUCCESSORE Adesso si apre ufficialmente la corsa al suo successore, mentre il presidente del Senato Piero Grasso svolgerà per il tempo necessario le funzioni di capo dello Stato. Renzi auspica che il futuro presidente sia - ha detto - 'un arbitro di alto livello'.



"Certo che sono contento di tornare a casa!". C'è un che di liberatorio in questa ammissione che Giorgio Napolitano consegna con franchezza ad una bambina che a piazza del Quirinale con candore gli chiede se non gli dispiacesse un po' lasciare un così bel palazzo. Il presidente della Repubblica uscente non ha mai nascosto il peso dell'età e le difficoltà crescenti a portare avanti i "gravosi" compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi "sì, si sta bene, e' tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco". "Quasi una prigione", aggiunge forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà finalmente oggi dopo quasi nove anni passati al Colle. E a Monti (pochi passi dal Quirinale) sarà festa per il rientro del vicino illustre.



E' stato il presidente delle riforme a tutti i costi, elegante e "pignolo", come egli stesso ha confermato. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana, Giorgio Napolitano domani firmerà di suo pugno le dimissioni che poi viaggeranno, portate personalmente dal segretario generale Donato Marra (per nove anni l'ombra del presidente), tra il Senato, la Camera e palazzo Chigi. E il suo ultimo messaggio agli italiani non poteva che essere nel solco del suo granitico "credo": unità del paese e riforme. Gli italiani, ha ripetuto stamattina, siano "sereni" per il futuro e soprattutto "molto consapevoli della necessita', pur nella liberta' di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessita' di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti piu' critici, la sua fondamentale unita'".



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Gennaio 2015, 21:48
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