Lupi annuncia in tv: "Domani mi dimetto.
Il mio gesto rafforzerà il governo"

Lupi annuncia in tv: "Domani mi dimetto. ​Il mio gesto rafforzerà il governo"

di Alessandra Severini
ROMA - Maurizio Lupi lascia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Lo farà oggi dopo l’informativa in Parlamento. L’annuncio lo ha dato lui stesso: «Credo che questa mia decisione rafforzerà l’azione del governo». In verità il ministro non voleva lasciare. Ma le intercettazioni in cui chiede a Ercole Incalza se è disponibile a ricevere in ufficio suo figlio Luca, per «idee e suggerimenti» non lasciavano più spazio ad alcuna difesa.





Ancor più ha pesato il pressing di Renzi, che in serata ha commentato: «Quella di Lupi è stata una scelta saggia». L’esponente di Ncd, abbandonato anche dal suo leader, non ha potuto far altro che capitolare. Per il premier era troppo rischioso aspettare il voto delle mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. Il ministro doveva lasciare subito. Per una questione di opportunità politica, ma anche perchè il premier non avrebbe potuto garantire l'unità del Pd sulla difesa del ministro e la crisi di governo era dietro l'angolo. Anche Alfano ha preferito tutelare il governo piuttosto che il suo ministro e lo ha spinto a lasciare. Dentro Ncd non tutti approvano. C'è chi, come Nunzia Di Girolamo, avrebbe preferito tenere il punto e ora chiede di uscire dall'esecutivo. Lupi diventerà probabilmente capogruppo alla Camera.



Per “ringraziare” Ncd, Renzi potrebbe decidere di affidare il ministero agli Affari regionali, lasciato dalla Lanzetta ormai due mesi fa, a Quagliariello. Ci sarà poi da sostituire Lupi. Al premier piacerebbe in quel ministero chiave alle Infrastrutture un nome sinonimo di trasparenza e legalità. Come l’ex pm Raffaele Cantone, oggi presidente dell’autorità anti-corruzione. Un nome capace di cancellare rapidamente le polemiche e gli scandali di questi giorni. L’altro candidato sarebbe Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica. Ma il premier potrebbe anche decidere di assumere temporaneamente l'interim al ministero, spacchettare le Grandi Opere e affidarle a un fedelissimo. Neanche gli scandali comunque riescono ad accelerare l’esame del ddl anticorruzione al Senato. La discussione riprenderà solo la prossima settimana.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Marzo 2015, 09:17