Yes, le leggende del prog approdano
al Nazionale: appuntamento domani

Yes, le leggende del prog approdano al Nazionale: appuntamento domani

di Massimiliano Leva
Basterebbe quella sigla, che poi altro non è se non il nome di una delle band più famose di rock progressive. Una semplice affermazione: Yes. Ma così conosciuta da evocare subito alcune tra le canzoni più belle del rock inglese degli anni ’70. Un gruppo leggendario, domani al Teatro Nazionale.

Non si tratta di una tournée qualunque, perché il set sarà focalizzato sull’esecuzione dal vivo di due tra i loro album più famosi: “Fragile” del 1971 e “Drama” del 1980. Forse due lavori che per la corposità della musica possono rappresentare al meglio la discografia degli Yes. «Sono album per certi versi lontani tra loro di un po’ di anni e maturità artistica per ciò che è stata la carriera della band – ha spiegato il leader Steve Howe (nella foto a destra) – ma sono sicuramente due dischi che ci rappresentano al meglio e che sono l’esempio della musica che amiamo di più».

Proprio Howe, chitarra e deus-ex-machina degli Yes, uno dei musicisti più ammirati e idolatrati dai fan del progressive di quegli anni, è l’esempio di come l’incedere del tempo a volte non intacchi la passione. «Anche se ho settant’anni non so come potrei mai vivere senza musica – ha raccontato. – Mi piace suonare, vivere ogni volta le emozioni che si provano salendo su un palco. Questo è il mio lavoro ma senza esagerare è pure l’aria che respiro, ciò che mi scorre nelle vene. rinunciarci sarebbe impossibile». Il rock oggi non è più quello degli anni ’70, ma il loro stile rimane emblematico.

«Ai tempi di “Fragile” tutto stava cambiando: la musica, le mode, la società. Anche “Drama” rappresenta un cambiamento, il passaggio dagli anni ’70 a quegli anni ’80. Eppure, nonostante le mode, siamo ancora qui. A volte mi piace immaginare gli Yes come una macchina senza tempo».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Maggio 2016, 09:16
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