Matrimoni gay, il Prefetto annulla
le trascrizioni. Pisapia: "Ci opporremo"

Matrimoni gay, il Prefetto annulla le trascrizioni. Pisapia: "Ci opporremo"

di Simona Romanò
Svolta che apre la bufera sulla trascrizione delle 13 coppie gay all'anagrafe di Milano, disposta dal sindaco Giuliano Pisapia.



Il prefetto Francesco Paolo Tronca le ha cancellate dopo il rifiuto a farlo del primo cittadino, che ora annuncia battaglia legale. Il numero uno di Palazzo Diotti ha nominato un commissario acta per depennare le trascrizioni di matrimoni fra omosessuali celebrati all'estero, seguendo le direttive della circolare del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. E ieri il funzionario si è presentato negli uffici comunali, annullando gli atti.



La decisione è arrivata dopo che il sindaco non aveva eseguito l'ordine e già a metà gennaio si parlò di un'inchiesta «per omissioni d'atto d'ufficio», poi archiviata dalla Procura. Ma la questione non finisce così. È infatti dura la reazione di Pisapia: «L'unica cosa che deve fare un sindaco è quella di impugnare, credo al Tar, un provvedimento che non rispetta la legge». Poi, pubblica una lettera su Fb: «Ci opporremo in tutte le sedi contro una decisione illegittima, ma strumentale e discriminatoria. La legge prevede l'obbligo di trascrivere le nozze celebrate all'estero, legittime e che non contrastano con l'ordine pubblico».



Infine, l'auspicio in Parlamento «di una mozione di censura nei confronti di Alfano» e l'attacco diretto al ministro: «Mi fa piacere che da più parti si chiedano le sue dimissioni». Il riferimento è all'alzata di scudi dei Giovani Democratici e di Sel con il suo leader Niki Vendola. Insorge il centrosinistra. Per l'assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, «Alfano perseguita le coppie omosessuali, dandogli un schiaffo a fronte dell'immobilismo del parlamento». Cauto, invece, Andrea Fanzago, ala cattolica del Pd: «Le nostre perplessità erano fondate e lo scontro istituzionale non risolve il problema».



Soddisfatto l'intero centrodestra con Riccardo De Corato (FdI): «Tronca difende il diritto, anche se in ritardo di quattro mesi». Delusa la comunità Lgbt di Milano, che parla «di un atto da Stato autoritario».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Febbraio 2015, 09:32
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