Eritrei di Porta Venezia: sgominata banda che organizzava i traffici dei clandestini -Foto

Eritrei di Porta Venezia: sgominata banda che organizzava i traffici dei clandestini

di Salvatore Garzillo
Non era un’organizzazione e non esisteva un capo, bensì una fitta rete di trafficanti che assicurava ai profughi eritrei un passaggio per superare la frontiera italiana e arrivare nel nord Europa. Non prima di aver fatto tappa a Milano, dove i migranti potevano anche attendere settimane che il passeur (l’autista) li aiutasse a terminare il viaggio. Il biglietto costava dai 250 ai 1300 euro, a seconda del mezzo utilizzato e della difficoltà per raggiungere il Paese scelto: Germania, Francia, Svezia o Norvegia. Durante le indagini della squadra mobile di Milano, che hanno portato all’emissione di 25 ordini di cattura (di cui 14 eseguiti), sono stati registrati 17 viaggi di 200 eritrei oltre il confine.





L’operazione “Sahel” è iniziata nel settembre 2013 quando a Monza è stata fermata un’auto con a bordo cinque migranti. L’autista, un brasiliano, ha rivelato agli inquirenti della procura di Monza molti dettagli sul traffico che hanno costituito la struttura dell’indagine.



Gli eritrei erano avvicinati nel proprio Paese, appena sbarcati sulle coste italiane o direttamente a Milano. Una volta in città erano “parcheggiati” in Porta Venezia ma anche in appartamenti fatiscenti in periferia o a Monza. Giorni o settimane dopo il referente dava indicazioni al cliente per la partenza. Poteva avvenire in treno, in auto e furgoni carichi al massimo o anche in aereo grazie a documenti falsi e visti Schengen realizzati da un falsario ad Atene. Anche lui è stato arrestato.







La cosa fondamentale era il pagamento del biglietto, rigorosamente in anticipo. I metodi erano quattro: in contanti ai passeur al momento della partenza, in patria dopo la firma di un contratto, attraverso i comuni money transfer, oppure con l’hawala, un sistema di trasferimento di denaro molto diffuso in alcuni Paesi dell’Africa che si basa esclusivamente sull’onore e sulla parola. Per molti la propria parola era l’unica carta di credito su cui potevano contare.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Febbraio 2015, 10:04
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