Eritrei di Porta Venezia: sgominata banda che organizzava i traffici dei clandestini -Foto
di Salvatore Garzillo
L’operazione “Sahel” è iniziata nel settembre 2013 quando a Monza è stata fermata un’auto con a bordo cinque migranti. L’autista, un brasiliano, ha rivelato agli inquirenti della procura di Monza molti dettagli sul traffico che hanno costituito la struttura dell’indagine.
Gli eritrei erano avvicinati nel proprio Paese, appena sbarcati sulle coste italiane o direttamente a Milano. Una volta in città erano “parcheggiati” in Porta Venezia ma anche in appartamenti fatiscenti in periferia o a Monza. Giorni o settimane dopo il referente dava indicazioni al cliente per la partenza. Poteva avvenire in treno, in auto e furgoni carichi al massimo o anche in aereo grazie a documenti falsi e visti Schengen realizzati da un falsario ad Atene. Anche lui è stato arrestato.
La cosa fondamentale era il pagamento del biglietto, rigorosamente in anticipo. I metodi erano quattro: in contanti ai passeur al momento della partenza, in patria dopo la firma di un contratto, attraverso i comuni money transfer, oppure con l’hawala, un sistema di trasferimento di denaro molto diffuso in alcuni Paesi dell’Africa che si basa esclusivamente sull’onore e sulla parola. Per molti la propria parola era l’unica carta di credito su cui potevano contare.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Febbraio 2015, 10:04
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