Milano, preso il rapinatore seriale
dei tassisti: è un marocchino
di Salvatore Garzillo
L'uomo si fingeva cliente, iniziava a chiacchierare gentilmente con l'autista e dopo pochi minuti estraeva la lama: «Tira fuori i soldi o ti uccido, silenzio o ti vengo a cercare». La sua frase non lasciava spazio di replica alle vittime che dopo aver consegnato l'incasso erano costrette ad accompagnarlo in una strada isolata, quasi sempre in zona via Giovanni Battista Cassinis. I sei colpi gli hanno fruttato 1200 euro e lo hanno trasformato nel fantasma in cui nessuno sperava di imbattersi durante il turno di notte.
Già dalla prima rapina gli agenti del commissariato Mecenate hanno elaborato un identikit sulla base delle testimonianze dei tassisti e hanno intensificato i controlli sulla linea della metro gialla. La svolta è arrivata il 2 settembre, quando Harik è salito sull'auto di un conducente che aveva installato una telecamera puntata verso il passeggero. Le immagini restituiscono tutta la violenza di una rapina veloce ed efficace, durante la quale il marocchino continua a ripetere che se l'uomo dovesse denunciare andrà a trovarlo e lo ucciderà.
Invece, una volta ottenuto il fermo immagine del suo volto, sono stati gli investigatori a trovarlo ed arrestarlo. Il giorno successivo, il 3 settembre, gironzolava ancora all'esterno della metro di Porto di Mare, come se si sentisse sicuro di poterla fare franca in quella zona. Quando ha capito di essere stato scoperto ha provato a scappare in mezzo alle auto ma la fuga è durata poco, gli agenti lo hanno bloccato e portato in commissariato per il fotosegnalamento. Deve rispondere di rapina aggravata e lesioni per aver leggermente ferito con il coltello l'ultimo tassista aggredito a cui aveva giurato di fargliela pagare.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Settembre 2015, 08:55
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