Milano, allarme ludopatia: curare chi
ne è afflitto costa 5 milioni all'anno
di Simona Romanò
È emerso ieri nel convegno Ludopatia e istituzioni, fronte compatto contro il gioco d’azzardo patologico. E sono triplicati nel giro di tre anni le persone che a Milano chiedono aiuto ai Sert (Servizi per le tossicodipendenze): nel 2010 erano 70, oggi sono 329, ma si stima che siano almeno 2.500 i milanesi bisognosi di cure. Malati di videopoker, pronti a giocarsi stipendio e risparmi. Da qui, la battaglia anti-slot ingaggiata da Palazzo Marino, con il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris: «Regione e Comune da soli non ce la fanno. Serve l’intervento serio del governo. Anche il gioco on-line e i gratta e vinci devono essere regolamentati con apposite leggi nazionali».
In pericolo sono le fasce più deboli, soprattutto giovani e nonni. Non a caso il nuovo Regolamento edilizio approvato dalla giunta Pisapia vieta l’apertura dei punti scommesse a meno di 500 metri da luoghi sensibili, dalle scuole ai centri anziani. Finora l’amministrazione ha impedito l’inaugurazione di 11 nuovi locali, da via Astesani a corso Indipendenza, a via Bugatti. Ma le partire sono ancora aperte, visto che i gestori e la Sisal hanno fatto ricorso, in più occasioni, al Tar.
È messa in dubbio dal tribunale amministrativo perfino l’ordinanza per limitare gli orari delle sale slot (9-12 e 18-54). «No a sentenze che negano i provvedimenti presi dai Comuni», sbotta il sindaco di Monza e presidente dell’Anci Lombardia, Roberto Scanagratti. Mentre l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, parla «della necessità di una mobilitazione che metta in guardia sui rischi». Presto sarà distribuito un vademecum. Gli fa eco il collega alla Sicurezza, Marco Granelli, che punta sul contrasto all’azzardo: «Ad oggi, a Milano, sono state comminate 25 multe a sale slot o pubblici esercizi che non rispettavano la normativa».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Novembre 2014, 09:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA
