Truffe alle assicurazioni e falsi incidenti.
"Mamma lascia morire neonato per soldi"

Mamma lascia morire il feto per riscuotere l'assicurazione. Truffa choc, 7 arresti

di Mario Fabbroni
ROMA - Lasciar uccidere per soldi il proprio bambino appena nato. Agghiacciante delitto quello scoperto da Polizia e Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta su una maxi-truffa alle assicurazioni che aveva base operativa nell’ospedale civile di Corigliano calabro.





È stato infatti accertato che una donna di 37 anni (che era tra la 24 e 28 settimana di gestazione) con il concorso di due medici di Corigliano ha simulato un incidente stradale provocando la morte del bimbo che aveva in grembo, per conseguire un più che milionario risarcimento del danno. In pratica si è presentata al pronto soccorso denunciando che il sinistro le avrebbe provocato la nascita prematura del bimbo mentre in realtà, secondo gli investigatori, la donna (con il suo consenso) è stata indotta a partorire prematuramente con la tecnica del “pinzamento”. Nonostante il bambino fosse nato vivo, una volta in ospedale non gli sarebbero state fornite le cure necessarie e il piccolo sarebbe stato lasciato morire grazie alla complicità del medico del pronto soccorso.



«Sarebbe bastata una boccata di ossigeno e il bimbo oggi sarebbe vivo», ha detto il dirigente della sezione di polizia stradale di Cosenza, Domenico Provenzano.

Ma emerge anche un sospetto ancora più inquietante, visto che vi sarebbero casi di aborto che la gang potrebbe aver utilizzato a proprio vantaggio per incassare ingenti somme a titolo di risarcimento. Pazienti e medici, infatti, si dividevano la riscossione delle allettanti cifre.



Al punto che l’ospedale di Corigliano calabro era il “cuore” della truffa. Non a caso l’operazione coordinata dal procuratore capo di Castrovillari, Franco Giacomantonio, è stata denominata “Medical marketing” ed ha portato a 7 arresti con 144 persone coinvolte. Le accuse vanno dall’omicidio volontario al falso ideologico, dalla corruzione al peculato. Altri due medici dell’ospedale calabrese sono accusati, inoltre, di aver rilasciato certificati per patologie invalidanti, senza sottoporre i pazienti a visita, mentre un radiologo aveva attribuito a persone sane le radiografie di individui effettivamente malati ma che non avevano alcun nesso con gli incidenti stradali. Arrestata anche un’avvocatessa, accusata di aver prodotto certificati medici falsi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Gennaio 2015, 09:15
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