"Stiamo morendo, per favore": le telefonate choc del naufragio dei bambini

"Stiamo morendo, per favore": le telefonate choc del naufragio dei bambini
«Siamo in trecento e stiamo morendo», dice il migrante siriano nel barcone che affonda. «Devi chiamare Malta», risponde una donna dalla sala operativa della Guardia costiera italiana. È il pomeriggio dell'11 ottobre 2013 e questi sono stralci delle registrazioni telefoniche - pubblicate dall'Espresso, in un'inchiesta che è stata ripresa anche dal New York Times e dal Washington Post - che documentano quel naufragio. Il bilancio finale fu di 26 morti recuperati, 260 dispersi e 212 sopravvissuti. Una sessantina i bambini tra le vittime. Secondo quanto scrive L'Espresso la nave Libra della Marina italiana, «è ad appena un'ora e mezzo di navigazione» dal barcone, «ma per cinque ore viene lasciata in attesa senza ordini», perché «i comandi militari italiani sono preoccupati di dover poi trasferire i profughi sulla costa più vicina».
 


E «Lampedusa è a 61 miglia. Ma la sala operativa di Roma della Guardia costiera ordina ai profughi di rivolgersi a Malta che è molto più lontana, a 118 miglia. Dopo cinque ore di attesa e di inutili solleciti il barcone si rovescia». Sul naufragio la magistratura italiana ha aperto un'inchiesta e lo scorso aprile la procura di Roma - come sottolinea anche la Guardia costiera - ha chiesto l'archiviazione delle posizioni di quattro ufficiali indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso, riconoscendone la correttezza dell'operato: tra loro anche Catia Pellegrino, comandante del 'Librà, premiata dal Capo dello Stato per come ha coordinato numerosi interventi di salvataggio. Alla richiesta di archiviazione è stata però fatta opposizione e la relativa udienza si deve ancora discutere. L'Espresso ricostruisce la strage con immagini inedite e le telefonate tra Malta e Roma, e quelle con le richieste di aiuto dei migranti. Eccone una sintesi. Ore 12.39. Roma, sala operativa Guardia costiera italiana. Migrante: abbiamo trecento persone sulla barca (...) Per favore fatte in fretta l'acqua sta entrando. Per favore fate in fretta, fate in fretta... Guardia costiera: signore, vi state muovendo o siete fermi? Migrante: ci muovono le onde. Ti giuro siamo in una vera emergenza. per favore, sono un medico, per favore Guardia costiera: qual è il problema a bordo? Migrante: la barca sta andando giù. Te lo giuro, c'è circa mezzo metro d'acqua nella barca, nella parte bassa (...) L'ufficiale della Guardia costiera chiede quindi il nome al migrante («Mohanad Jammo, sono un medico»), le coordinate della posizione e riattacca.
 


Ore 13.17 Migrante: pronto per favore avete mandato qualcuno per noi? Noi siamo i siriani, circa trecento. Guardia costiera: signore, ti ho dato il numero dell'autorità di Malta perché voi siete vicino Malta. Siete vicino Malta mi hai capito? Migrante: vicino Malta? Siamo vicini a Malta? Guardia costiera: sissignore, sissignore. Per favore, vai vai. Chiama Malta direttamente molto in fretta e loro sono lì. Loro sono vicini ok? Migrante: ok Ore 13.48 Migrante: per favore ho chiamato Malta. Ci hanno detto che siamo vicini a Lampedusa più che a Malta. Ho dato loro la posizione. Voi siete più vicini per noi. Stiamo morendo, per favore (...) Guardia costiera: Hai chiamato Malta? hai chiamato Malta? Migrante: non abbandonateci. Il credito è finito, Siamo senza credito, mi capisci? (..) Guardia costiera: si si, chiama Malta, chiama Malta (...) Tu devi chiamare Malta Ore 16.44 La sala operativa della Guardia costiera italiana chiama quella delle Forze armate di Malta e l'ufficiale spiega che se viene mandata «una nave da guerra a salvare le persone», poi con la stessa unità «avremmo il compito di trasferirle alla costa più vicina e io penso - dice - che non sia il modo migliore di operare perché dopo noi non avremmo unità nell'area in grado di avvistare i nuovi obiettivi». L'ufficiale maltese, una donna, fa presente che la nave militare italiana P 402 «è la nave più vicina». «La più vicina, capisci? Perché noi abbiamo un aereo nell'area e abbiamo avvistato i migranti. Dicono circa 250. E la nave ha smesso di muoversi ora e loro continuano a telefonarci. Chiedono quando arriva la nave? L'unità è la più vicina» (...). Ore 17.07 Nuova telefonata Malta-Roma. Malta: pronto. Sono l'ufficiale di servizio per dirti che l'aereo ha visto il barcone rovesciarsi, la gente è in acqua... i migranti... il barcone è affondato (...) Guardia costiera: è lo stesso barcone di cui mi hai detto? Malta: è lo stesso barcone, si è rovesciato Guardia costiera: bene, ho già passato istruzioni a Nave Libra. Malta: ok, gli hai detto di correre verso la posizione? Perché la gente è in acqua.

G.COSTIERA, "PM HA ESCLUSO REATI" «La questione è stata già oggetto di approfondite indagini giudiziarie, rivolte ad accertare la corretta dinamica dei fatti. All'esito delle indagini, è opportuno sottolineare che la Procura della Repubblica di Roma, che ha accorpato i procedimenti, ha richiesto l'archiviazione delle posizioni dei soggetti indagati per insussistenza di reati». È quanto fa sapere il Comando Generale delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, a proposito dell'inchiesta svolta dal settimanale L'Espresso sul naufragio avvenuto il 11 ottobre 2013, nelle acque di responsabilità di soccorso maltesi, in cui - secondo alcuni testimoni - persero la vita oltre 200 migranti. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Maggio 2017, 19:26
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