Ndrangheta, la processione si ferma per
un "inchino" davanti alla casa del boss

Ndrangheta, la processione si "inchina" davanti casa del boss. Alfano: "Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi"
La processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico di Oppido Mamertina si fermata davanti all’abitazione del presunto boss della ‘ndrangheta Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute.



Nel momento in cui la processione – secondo quanto riporta oggi il Quotidiano della Calabria – ha fatto la sosta, il comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina si è allontanato in segno di dissenso da quanto stava accadendo. Altri due carabinieri, invece, hanno documentato quanto stava accadendo e gli esiti dei loro appunti sicuramente confluiranno in una relazione di servizio che sarà inviata alle autorità di ordine pubblico.







LA REAZIONE DI ALFANO «Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi». Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha definito l'omaggio della processione a Oppido Mamertina alla casa del boss. Il ministro si è inoltre complimentato con i Carabinieri che hanno preso le distanze da quelli che Alfano giudica «atti incommentabili».



LA DINAMICA La processione, giunta nei pressi dell’abitazione di Peppe Mazzagatti, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione per delinquere, si è fermata per circa trenta secondi. La statua della Madonna delle Grazie, portata da numerose persone, era preceduta da alcuni sacerdoti e da un gruppo di amministratori locali.



IL PAPA E LA MAFIA Sono trascorsi solo 15 giorni da quando Papa Francesco, nel corso della messa nella spiana di Sibari, ha scomunicato i mafiosi. Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la ‘ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene.




«Quando non si adora il Signore - aveva detto il Papa - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi».



«Quelli - aveva concluso - che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati».



I CARABINIERI «Il maresciallo dei Carabinieri di Oppido Mamertina si è scostato rispetto alla processione per compiere gli atti di polizia giudiziaria, ovvero per poter con una telecamera immortalare il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto - spiega il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Lorenzo Falferi - Il tutto viene compendiato in una informativa che è già alla nostra attenzione, insieme alla procura circordariale di Palmi e alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria».



«Il comandante di stazione ha fatto il suo dovere -rimarca - e ha compito un atto di servizio. É in corso l’identificazione di tutte le persone coinvolte. Il nostro compito è informare l’autorità giudiziara», poi scatteranno le altre misure.



IL BOSS Ha inizio tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta l’attività di trasporto del cemento su strada avviata da Giuseppe Mazzagatti, di 82 anni, ritenuto il boss dell’omonima cosca di Oppido Mamertina, nel Reggino. Agli inizi degli anni '70, infatti, Giuseppe Mazzagatti, dopo anni dedicati alla vendita della frutta con un piccolo camion, in supporto perlopiù dell’attività di fruttivendolo del padre, avvia l’attività di trasporto del cemento su strada.



L’uomo fu coinvolto anche nell’omicidio di un autotrasportatore con il quale aveva avuto contrasti per il predominio nel settore del trasporto del cemento su strada. Mazzagatti, dopo alcuni anni, riuscì ad acquistare un autocarro e successivamente un autocementiera ed iniziò ad esercitare l’attività in regime di monopolio. Nel 1980 il Tribunale di Vibo Valentia condannò Peppe Mazzagatti ed il fratello Carmelo, per il reato di estorsione ai danni degli autotrasportatori di cemento che rifornivano diversi imprenditori della zona.



Mazzagatti, infatti, vantando una amicizia con Giacomo Piromalli riuscì ad imporre agli autotrasportatori di astenersi dall’effettuare carichi di cemento destinati ai cantieri per i lavori della strada Rosarno-Gioiosa Jonica, costringendo l’azienda produttrice di cemento a rivolgersi direttamente a lui per la fornitura del materiale. Il presunto boss, condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, è ritenuto uno dei principali protagonisti della faida tra le cosche della ‘ndrangheta di Oppido Mamertina verificatasi negli anni ’90. Nel 1993 gli uccisero in un agguato mafioso il figlio Pasquale, di 33 anni. Nel 2003, dopo una lunga detenzione in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute e per la sua età.




«Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole» commenta con l’Ansa Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria e autore di “Acqua santissima”, libro che parla proprio del rapporto dei mafiosi con la religiosità.



«Il Papa - ha aggiunto Gratteri - non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani. Bene il comportamento dei Carabinieri che hanno capito quanto stava accadendo. La Procura farà il suo lavoro. Purtroppo la storia si ripete. Ora voglio cercare di capire cosa faranno e quali saranno le azioni dei Vescovi della Calabria».



«Così come voglio vedere - ha concluso - quale sarà il comportamento di tutti i sacerdoti. Mi auguro che la chiesa non abbia tentennamenti così come accaduto per la Vara (la sacra effige della Madonna, ndr) portata a spalle da gente che si professa cristiana ma che di cristiano non ha proprio nulla».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Luglio 2014, 09:31