Pordenone, malato di gioco perde
la famiglia e due case al videopoker

Pordenone, malato di gioco perde la famiglia e due case al videopoker

di Marco Agrusti
PORDENONE - Giovanni (il cognome resta anonimo per la privacy) era un lavoratore di livello. Ma anche un giocatore. Negli anni aveva costruito, in provincia, una carriera partendo dal basso e poco prima dei 40 anni aveva già raggiunto una posizione che gli dava circa cinquemila euro al mese. Una moglie e un figlio, una casa e un appartamento al mare. In pratica aveva tutto da perdere. E infatti l'ha perso, davanti a una macchinetta.

Tutto è iniziato con il divorzio, tre anni fa. Giovanni si è buttato sul gioco: in principio erano due euro, inseriti nella fessura del videopoker sul retro del locale. Poi gli euro sono diventati dieci, cinquanta, cento e più al giorno. Fino a quando ha perso tutto: famiglia (definitivamente), prima casa (ha dovuto vendere la sua parte per pagare le rate di un prestito) e appartamento al mare. Il gioco compulsivo, ma sarebbe meglio dire la dipendenza, gli ha portato via ciò che aveva costruito. Ha scelto di curarsi, da solo, e oggi è in viaggio verso il reinserimento sano in società. On provincia il 2016 sarà l’anno più nero. Sono oltre cento i malati in cura.
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Settembre 2016, 11:38
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