Svizzera il Paese più felice del mondo,
l'Italia? Viene dopo Ecuador e Cile

Svizzera il Paese più felice del mondo, l'Italia? Viene dopo Ecuador e Cile

di Luca Lippera
Chi conosce i lungofiume di Lucerna, le montagne dell'Engandina e i ghiacci sterminati dello Jungfrau che dominano le Alpi Bavaresi non sarà sorpreso: la Svizzera, secondo un rapporto internazionale, è il Paese più felice al mondo, seguito da Islanda, Danimarca, Norvegia e Canada. L'Italia, stando alla classifica, è solo al 50° posto, preceduta da Ecuador e Bahrain e seguita da Bolivia e Moldova. Un risultato non propriamente onorevole. Il World Happiness Report per il 2015, giunto alla terza edizione, è una ricerca a livello globale che si propone di valutare il grado di sodisfazione di tutti i Paesi del mondo (e di chi ci abita). Lo cura l'università canadese della British Columbia con la partecipazione di consulenti e consiglieri speciali delle Nazioni Unite. Il tentativo di costruire a tavolino una classifica del benessere può sembrare campato per aria, ma i criteri utilizzati - l'economia, la psicologia, i dati statistici, le politiche sociali, la salute, il cibo, la lunghezza della vita, l'atteggiamento e l'umore degli abitanti - fanno pensare che alla fine qualcosa di fondato ci sia. Dopo Svizzera, Islanda, Danimarca, Norvegia e Canada, vengono Finlandia, Olanda, Svezia, Nuova Zelanda, Australia. Dietro le “magnifiche” dieci, ecco Israele, Costa Rica e Austria. Gli Stati Uniti sono al 15° posto, il Brasile al 16°, l'Inghilterra al 21° e la Germania al 26°. Il ranking, a ben vedere, non si discosta molto da quello che potremmo immaginare un po' tutti quando ci si fa certe domande.



Il World Happiness Record 2015 (visionabile su internet), rilanciato ieri dai media inglesi e in particolare dal quotidiano “The Indipendent”, non è tenero con l'Italia. Prima di noi, oltre alle nazioni già citate, ci sono il Messico (14° posto), il Venezuela (23°), il Cile (27°), la Francia (29°), la Repubblica Ceca, l'Uruguay, la Thailandia, la Spagna (36°), l'Uzbekistan (44°) e la Corea del Sud (47°). Il cinquantesino gradino della classifica può sembrare quasi una punizione e far sporgere spontanemanete una domanda: ma davvero in Islanda e in Finlandia, col freddo che c'è, con quella rigidità un po' nordica che ci fa storcere il naso, stanno meglio di noi? Possibile?



Chissà. Il grado di felicità, secondo gli autori della ricerca dell'università canadese, è un mix di fattori che non viene influenzato dall'orgoglio nazionale o dal fatto che un popolo ritiene di vivere con maggiore soddisfazione rispetto ad altri. I criteri sono oggettivi - misurati dall'esterno - e le opinioni contano poco. Quello che ci butta più giù, ad esempio, mettendoci in compagnia di Paesi che potremmo ritenere “peggiori” del nostro, sono il reddito pro- capite, il fatto che ci viene attribuita una bassissima capacità di reazione di fronte alla corruzione endemica, e la scarsa libertà di fare scelte che orientano la vita. C'è una domanda, in particolare, alla quale gli italiani hanno risposto in modo estremamente negativo: «Siete soddisfatti o insoddisfatti della vostra libertà di scegliere cosa fare della vostra vita?». Insoddisfattissimi, pare, e c'è poco da stupirsi in un Paese in cui la raccomandazione conta spesso più della capacità. Andiamo abbastanza bene, invece, con l'aspettativa di vita e il sistema di assistenza sociale. Tutte cose che sappiamo e che in fondo inducono a pensare che purtroppo il 50° posto in classifica, uno degli ultimi tra i Paesi presi in esame, non sia del tutto una forzatura.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Maggio 2015, 09:07