I violini della Shoah, all'Auditorium il concerto è testimonianza

I violini della Shoah, all'Auditorium il concerto è testimonianza

di Francesca Nunberg
C’ il violino gettato dal treno da un deportato diretto verso il lager, il violino dell’orchestrina di Auschwitz che accompagnava i prigionieri al lavoro,

ci sono i violini dei musicisti ebrei che nel ’36 lasciarono la Germania e formarono l’Orchestra Filarmonica della Palestina e quelli decorati con la Stella di Davide che i gruppi klezmer suonavano ai matrimoni e alle feste. Dodici in tutto, più un violoncello, sopravvissuti alla Shoah, ritrovati e restaurati dal maestro liutaio israeliano Amnon Weinstein, che stasera suoneranno all’Auditorium.



A “benedire” il concerto, dalle 20 in diretta su Rai5, ieri è arrivato un messaggio di Papa Francesco che ha scritto al rabbino Avraham Skorka di Buenos Aires. «Vi accompagno spiritualmente in questo evento che costituisce di per sé un messaggio - è il viatico del pontefice - il pubblico ascolterà Barber, Bloch, Sarasate, Vivaldi, Beethoven, ma il cuore di ciascuno dei presenti sentirà che dietro il suono della musica vive il suono silenzioso delle lacrime storiche».



LE TRE RELIGIONI

Il Concerto per quattro violini di Vivaldi sarà eseguito da Shlomo Mintz, ebreo e israeliano, Cihat Askin, turco e musulmano, Francesca Dego, 24 anni, italiana di padre cattolico e madre ebrea, e il violinista albanese Ermir Abeshi, cattolico. Quattro virtuosi in rappresentanza delle religioni monoteistiche per ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Con la voce di Manuela Kustermann a narrare le storie dei violini. Ma nella Sala Sinopoli ci sarà anche il violoncellista tedesco Alexander Hülshoff che suonerà lo strumento appartenuto a David Popper, figlio del cantore del ghetto di Praga, trucidato dai nazisti il 19 gennaio del ’45. E ancora, il maestro Yoel Levi, direttore della Symphony Orchestra di Seul dirigerà la JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, composta da ragazzi tra i 14 e i 21 anni.



I GIOVANI

«La testimonianza deve passare attraverso i giovani, sono loro che devono diventare ambasciatori della memoria - spiega Viviana Kasam, presidente di BrainCircleItalia e organizzatrice dell’evento “I violini della speranza” assieme a Marilena Citelli Francese e all’Unione delle Comunità ebraiche italiane - Della Shoah abbiamo tante immagini, i lager col filo spinato, le torri dei forni, i volti dei deportati. Ma non abbiamo le voci. Anche l’yiddish, la lingua parlata da 11 milioni di ebrei nell’Europa dell’Est, è stata cancellata. Ci rimangono però le voci di questi violini, ciascuno con una sua storia drammatica, che suoneranno a Roma per la prima volta».



L’artefice di questo miracolo è il maestro liutaio Amnon Weinstein, che ha passato la vita a recuperare questi pezzi storici. Strumento errante, il violino seguiva gli ebrei nelle loro peregrinazioni, anche le più estreme. E poi, come dice Weinstein «avete mai provato a scappare con un pianoforte?».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Gennaio 2014, 08:34
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