Uccisa dal padre perché pensava di essere malata
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Uccisa dal padre perché pensava di essere malata di cancro. Il medico: "Alessia era sana"

di Marco Aldighieri
SAN GIORGIO DELLE P. - Alessia Gallo, la 33enne cameriera del Kofler, uccisa dal padre Tiziano giovedì mattina a San Giorgio delle Pertiche, poi suicidatosi, non era malata.



Lei credeva di avere contratto una grave patologia come la mamma Maria deceduta dodici anni fa, ma il medico di base suo e del papà ha dichiarato ai carabinieri che la giovane stava bene e così anche il genitore. Il pubblico ministero Roberto Piccione ha disposto l’autopsia su entrambi i corpi.







Quando gli uomini dell’Arma sono entrati nella villetta di campagna a due piani, hanno trovato Tiziano Gallo seduto accanto al letto della figlia con la pistola semiautomatica calibro 7.65 ancora stretta sulla mano destra. Il pensionato 63enne si è infatti sparato sulla tempia destra.







Prima però ha fatto fuoco sulla nuca della figlia mentre stava ancora dormendo. Una scena del crimine talmente "limpida", da non lasciare dubbi nella dinamica: l’ex operaio della Carraro giovedì mattina si è svegliato, si è lavato, si è vestito e ha scritto un biglietto d’addio. Quindi è entrato nella camera da letto di Alessia e le ha sparato. Poi ha rivolta l’arma contro sè stesso.


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Aprile 2015, 21:20