Inchino al boss in processione, aperta inchiesta.
Il parroco: "Prendete a schiaffi i giornalisti"

Inchino al boss in processione, aperta inchiesta. Il parroco: "Prendete a schiaffi i giornalisti"
REGGIO CALABRIA - Continuano le polemiche su quanto accaduto a Oppido Mamertina, in Calabria, dove i fedeli in processione si sono fermati con la Madonna sulle spalle per un inchino sotto la casa del boss Peppe Mazzagatti, ergastolano ai domiciliari per motivi di salute. Il parroco avrebbe, inoltre, invitato a prendere a schiaffi il giornalista de Il Fatto Quotidiano.



Don Benedetto Rustico, cugino di primo grado del boss della ‘ndrangheta, secondo i carabinieri del paese, avrebbe volutamente omaggiato Mazzagatti e poi, infastidito dalla presenza dei giornalisti, invitato la comunità religiosa ad allontanare il cronista del Fatto quotidiano. "Vi invito a prendere a schiaffi il giornalista che è in fondo alla chiesa”, le parole dal pulpito della chiesa della Madonna delle Grazie .

Il giornalista del Fatto è stato aggredito e allontanato dalla chiesa.







IL VIDEO



APERTA UN'INCHIESTA La Dda di Reggio Calabria ha avviato un'indagine su quanto accaduto. Alla Dda è giunta la segnalazione inviata dai carabinieri di Oppido il cui comandante ha abbandonato la processione quando si è accorto di ciò che stava accadendo, avviando i primi accertamenti.

L'indagine punta ad accertare l'eventuale livello di contiguità dei portatori della statua della Madonna e se la sosta era stata programmata o se pure sia stata una decisione presa all'ultimo momento. L'iniziativa della Dda reggina si svilupperà sulla base di quelle che saranno le notizie che saranno fornite dai carabinieri.



"NON RIFAREI LA PROCESSIONE" «Tornando indietro avrei modificato il percorso e avrei anche fatto a meno di fare la processione perchè non vogliamo che la festa dia adito a situazioni lontane dal sentimento religioso». A dirlo è stato don Benedetto Rustico, parroco della frazione Trisilico di Oppido Mamertina, al quotidiano on line Strill.it.



«Certamente - aggiunge il sacerdote - si poteva gestire diversamente. È un'amarezza che sia l'effige della statua della Madonna che la fede vengano coinvolte in cose di cui siamo certi di essere fuori, che non ci interessano e che contestiamo. Ci vuole maggiore dialogo tra istituzioni e soprattutto determinazione in certe scelte che si devono fare». «Ci rammarica - dice don Benedetto - che si sia potuta dare questa interpretazione e che soprattutto non ci siamo capiti bene con il maresciallo dei carabinieri. D'altronde non abbiamo avuto nessuna intimidazione a non fare questa cosa. È stato detto sarebbe opportuno non farla perchè potrebbe prestarsi a questa interpretazione. E noi non vogliamo che la festa dia adito ad interpretazioni non religiose. Per cui siamo rammaricati dell'interpretazione del maresciallo così rigida e anche dell'eco sproporzionato che la stampa ha dato pur sapendo che questo non è un evento così catastrofico. Si è fatto quello che si è fatto tutti gli anni. La processione ha la consuetudine di un percorso già definito. Per alcune situazioni, in alcuni posti, la Madonna fa un giro rispetto alla posizione dove non può andare, soprattutto perchè non può entrare nei vicoli. Quindi la statua si gira per guardare la strada e le case che normalmente non può guardare per una questione di percorso».






Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Luglio 2014, 22:13
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