Violenze No Tav, tutte le azioni
dagli anni Novanta ad oggi

Violenze No Tav, tutte le azioni dagli anni Novanta ad oggi
MILANO - Dalle bombe molotov contro il

cantiere di Chiomonte ai chiodi a quattro punte sull'autostrada del Frejus, passando per raid vandalici contro le sedi di partito e i cyber attacchi sul web. E, ultimi soltanto in ordine cronologico, gli attentati incendiari degli ultimi giorni a Firenze e Bologna. È lungo l'elenco delle azioni violente contro la Torino-Lione.

Una 'battaglià che ha il suo nocciolo duro in Valle di Susa, dove si sta scavando il tunnel della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, ma che non ha risparmiato anche altre parti d'Italia, come dimostrano i recenti episodi.



Le prime tracce della violenza No Tav risalgono addirittura agli anni Novanta, quando la nuova ferrovia era soltanto un progetto di carta. Una inchiesta aveva legato l'attentato incendiario al municipio di Caprie, in Valle di Susa, e una molotov lanciata contro un'auto di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino con l'opposizione alla futura opera. La tensione cresce con l'accordo, siglato a Torino nel 2001 tra i governi di Italia e Francia, e si impenna con gli espropri dei terreni per la realizzazione dei primi sondaggi e dei primi lavori. Risalgono all'autunno 2005 i primi scontri tra i manifestanti schierati a difesa dei terreni della Val Susa e le forze dell'ordine. L'arrivo degli operai che devono piazzare una trivella fa da scintilla agli incidenti tra attivisti e forze dell'ordine. La notte più calda tra il 5 e il 6 dicembre, quando polizia e carabinieri in assetto antisommossa allontanano i No Tav dai terreni di Venaus su cui si doveva allestire il cantiere in base al progetto poi accantonato proprio per le proteste. Una ventina le persone ferite. Tra le azioni di protesta contro la linea ad Alta Velocità anche le contestazioni al passaggio della fiaccola olimpica di Torino 2006, che fu costretta a deviare all'ultimo il suo percorso per evitare il boicottaggio. L'ultima stagione, quella delle azioni più violente, scatta nel 2009 con l'annuncio dei sondaggi propedeutici all'opera e dell'imminente avvio del primo cantiere a Chiomonte.



Dopo una lunga occupazione della collina della Maddalena, dove oggi sorge il cantiere, all'alba del 27 giugno 2011 il blitz delle forze dell'ordine per lo sgombero dei manifestanti innesca una guerriglia che si ripete la domenica successiva, quando i No Tav annunciano di «voler riprendere la Repubblica della Maddalena». Da lì una lunga serie di attentati incendiari, quasi nessuno rivendicato, e le molotov del maggio 2013 per cui quattro anarchici simpatizzanti No Tav la scorsa settimana sono stati condannati a 3 anni e mezzo, ma assolti dall'accusa di terrorismo.



Negli ultimi anni anche una lunga serie di incendi dolosi alle aziende impegnate nei lavori, minacce di morte a giornalisti, funzionari di polizia, magistrati e politici.
E un lungo elenco di raid vandalici contro le sedi del Pd, compresa quella di Roma. Le bottiglie incendiarie e gli ordigni degli ultimi giorni sui binari della rete ferroviaria, a Firenze e a Bologna, hanno avuto precedenti anche sulla linea del Brennero e sulla Roma-Napoli. «Atti terroristici» che rivelano, secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, un «cambio della strategia» negli attacchi contro la Tav. «Non potendo impedire questo cantiere, che sta procedendo secondo i tempi previsti - ha detto - si sono spostati a colpire i simboli della Tav».

Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Dicembre 2014, 20:57
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