Trump, stop immigrazione da 7 Paesi: "Non si entra neanche col visto"

Trump, stop all'immigrazione: "Non si entra neanche col visto"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la firma di un ordine esecutivo in materia di immigrazione che prevede controlli rafforzati alle frontiere per fermare eventuali "terroristi islamici radicali". In particolare viene sospeso per tre mesi l'ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen.



E i primi effetti si sono già fatti sentire: le autorità egiziane hanno impedito a cinque cittadini iracheni e uno yemenita - già in possesso del visto di ingresso per entrare negli Stati Uniti - di imbarcarsi oggi per New York. I sei erano arrivati al Cairo dove avrebbero dovuto prendere un volo delle linee aeree egiziane con destinazione aeroporto JF Kennedy a New York.



In seguito alla firma dell'ordine esecutivo di Trump, l'Austria sta annullando i visti per gli iraniani diretti negli Stati Uniti, compresi i membri delle minoranze non musulmane.

Anche la compagnia aerea olandese Klm ha rifiutato di imbarcare sette passeggeri diretti negli Stati Uniti. "Il vettore avrebbe voluto prendere i passeggeri, ma non ha senso farlo", ha detto un portavoce di Klm all'agenzia di stampa olandese Anp, aggiungendo che i due passeggeri in partenza da Amsterdam e i cinque in partenza da altri terminal non sarebbero potuti rimanere negli Stati Uniti dopo l'atterraggio, pur avendo i visti validi per partire.



Ad applicare il decreto è inoltre la compagnia aerea Swiss. "Non abbiamo altra scelta", ha affermato alla Rts il direttore generale per la Svizzera romanda Lorenzo Stoll. "Abbiamo l'obbligo legale di applicare il decreto", ha dichiarato Stoll precisando tuttavia che il numero di cittadini dei sette paesi coinvolti che viaggiano con Swiss per recarsi negli Usa è molto basso.

Intanto, è stato rilasciato Hameed Khalid Darweesh, uno dei due cittadini iracheni in possesso di visto per entrare negli Stati Uniti, arrestati al loro arrivo a New York in seguito al decreto di Trump. Lo scrive la Cnn online. L'uomo, che ha lavorato come interprete per conto del governo Usa in Iraq per 10 anni, ha avviato insieme all'altro iracheno fermato un'azione legale contro il presidente americano, poiché in possesso di visti validi.
 


"Vogliamo essere sicuri - ha detto Trump, ieri durante la cerimonia al Pentagono di investitura del segretario alla Difesa James Mattis - di non avere nel nostro Paese le stesse minacce che hanno i nostri soldati all'estero", e ha ammonito: "Non dimenticheremo mai la lezione dell'11 settembre".

Nel motivare il suo ordine esecutivo in cui viene sospeso, "fino a ulteriore determinazione" l'ingresso dei rifugiati provenienti dalla Siria, il presidente americano Donald Trump ha affermato che "l'ingresso di cittadini e rifugiati siriani" è "dannoso per gli interessi del Paese".



Un'ordinanza di sospensione del provvedimento deciso dal presidente degli Stati Uniti che riguarda i rifugiati provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana è stata emessa dal tribunale di New York e riguarda coloro che sono già nel presenti, o in transito e hanno un visto regolare. Il Giudice M Donnelly ha motivato la sua decisione ritenendo che la mancanza di soggiorno sul suolo americano avrebbe potuto creare «danni sostanziali e irreparabili per i rifugiati». «Donald Trump ha subito la sua prima perdita in tribunale» ha detto Anthony D Romero, direttore della American Civil Liberties Union (ACLU), che ha denunciato il caso. 
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Gennaio 2017, 09:49
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