Dall'attacco al Bardo alla strage a Susa:
la lunga scia di sangue dei turisti in Tunisia

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L'esplosione su un bus della guardia presidenziale avvenuta nel centro di Tunisi fa ripiombare il Paese nordafricano nell'incubo del terrorismo a circa cinque mesi dall'attentato a Susa, costato la vita a 38 persone, in maggioranza turisti. In precedenza c'era stata la strage del museo del Bardo e prima ancora erano finiti nel mirino dei terroristi i leader dell'opposizione e gli uomini della sicurezza.





LUNGA SCIA DI ATTENTATI IN TUNISIA Una lunga scia di attacchi che ha macchiato di sangue la Tunisia dopo la rivoluzione del gelsomini del dicembre del 2010, quella che ha portato alla deposizione del regime Ben Ali nel gennaio del 2011 e dato il via alle primavere arabe.







Se da un lato la Tunisia non ha assistito al caos che ha investito altri Paesi nella regione, dall'altro la culla della primavera araba ha registrato una serie di attentati di stampo terroristico. Il più sanguinoso ha colpito proprio la nota località turistica di Susa, 150 chilometri a sud di Tunisi, già il 30 ottobre del 2013 teatro di un attentato kamikaze che però, a differenza di quello del 26 giugno, non fece vittime oltre all'attentatore.



I turisti in Tunisia sono stati colpiti anche il 18 marzo scorso, quando un commando è entrato in azione nel Museo nazionale del Bardo a Tunisi e ucciso 21 stranieri, tra cui quattro italiani, e un poliziotto. L'attentato venne rivendicato dallo Stato Islamico (Is).



Il 29 marzo le forze della sicurezza tunisina uccisero nove miliziani, compreso l'algerino Khaled Chaib, che si ritiene abbiano partecipato all'attentato al Bardo.



Il 7 aprile uomini armati hanno invece teso un'imboscata ai soldati tunisini uccidendo quattro di loro nella regione occidentale di Kasserine vicina al confine con l'Algeria. Nel luglio del 2014 sono invece 15 i soldati uccisi da sospetti militanti islamici che hanno attaccato un posto di blocco vicino al confine tra la Tunisia e l'Algeria. Ancora prima, il 6 febbraio del 2013, viene assassinato vicino a Tunisi il leader del Movimento patriotico, partito laico di sinistra, Chokri Belaid.



Il 25 luglio del 2013 toccherà a un altro leader dell'opposizione Mohamed Brahmi, dando il via a un'ondata di manifestazioni di massa e di richieste di dimissioni rivolte al governo islamico di Ennahda, incoronato dalle elezioni parlamentari dell'ottobre del 2011.

Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Novembre 2015, 18:59
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