L'accordo tra Seul e Tokyo «segna l'inizio di una nuova era nei rapporti tra il Giappone e la Corea del Sud», ha detto Fumio Kishida. Il primo ministro Shinzo Abe chiede scusa «dal suo cuore» alle donne soggette alla schiavitù sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale. La Corea del Sud ha sempre premuto sul Giappone per ottenere scuse convinte da parte del governo e risarcimenti per le ex schiave del sesso - che sarebbero state fino a 200mila - in una questione che ha messo a dura prova i rapporti tra i due Paesi.
Nel 1993 il Giappone aveva riconosciuto la sua responsabilità in una dichiarazione dell'allora capo di Gabinetto Yohei Kono. Quello odierno è il primo accordo su questo annoso contenzioso dal 1965: «Abe, come primo ministro del Giappone, offre le sue scuse dal suo cuore e una riflessione per tutte coloro che hanno sofferto molto dolore e hanno cicatrici che sono difficili da rimarginare sia fisicamente, sia mentalmente», ha detto Kishida. Nell'ambito dell'accordo Abe ha accettato una «profonda responsabilità» per la questione e la Corea del Sud ha sottolineato che considererà la vicenda risolta in modo «definitivo e irreversibile» se il Giappone manterrà le sue promesse. Inoltre, la Corea del Sud rimuoverà una statua simbolo delle delle 'donne di confortò eretta da attivisti davanti all'ambasciata giapponese a Seul nel 2011. Entrambe le parti hanno anche concordato di non criticarsi più a vicenda sulla questione a livello internazionale. La maggioranza delle schiave del sesso erano sudcoreane, ma c'erano anche donne cinesi, filippine, indonesiane e di Taiwan. Solo 46 di loro sono ancora vive in Corea del Sud.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Dicembre 2015, 15:35