Sarkozy rilasciato, ira contro
i magistrati: "Mi hanno umiliato"

Sarkozy rilasciato, ira contro ​i magistrati: "Mi hanno umiliato"

di Stefania Cigarini
ROMA - Prima del fermo giudiziario, il blocco dell'ascensore. ieri Sarkozy rimasto venti minuti chiuso in un angusto ascensore del dipartimento di polizia di Nanterre, insieme ad alcuni agenti, prima che i pompieri arrivassero ad aprire le porte e consegnare l'ex presidente francese ai magistrati e ad un interrogatorio durato quindici ore.





È l'unico particolare che può far sorridere in una vicenda dai contorni segretati che potrebbe costargli ogni futura velleità di presidenza-bis.



Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono pesantissime: corruzione, abuso d'ufficio e violazione del segreto istruttorio; rischia fino a dieci anni di carcere. Così l'ha fatto da solo e con veemenza, alla tivù e alla radio, dopo una notte presumibilmente insonne (è stato rilasciato verso le due).



«Sono profondamente scioccato» ha detto, sostenendo di essere obiettivo di una «strumentalizzazione politica» da parte di «una piccola minoranza militante tra i magistrati».



E ce l'aveva con due giudici donna, Patricia Simon, 47 anni e Claire Thèpaut, 42, che da mesi - di intercettazioni - stanno indagando sui contatti troppo stretti che Sarkozy avrebbe avuto con due giudici di Cassazione incaricati di decidere sui presunti finanziamenti della campagna elettorale 2007. Quella che lo condusse - neogollista che rompeva ogni schema della politica - all'Eliseo. Ed in particolare sui quattrini che avrebbero dato Liliane Bettencourt, ereditiera L'Oréal e l'ex leader libico Muhammar Gheddafi.



I due giudici di Cassazione, Gilbert Azibert e Patrick Sassoust, insieme allo storico avvocato di Sarkò, Thierry Herzog, erano già stati fermati e interrogati ventiquattro ore prima. L'ex presidente, però, ha rincarato la dose: strumentalizzazione giudiziaria fatta di accuse «grottesche» che avrebbero l'unico scopo di volerlo «umiliare, bloccare e diffamare». Ed ha concluso: «Amo appassionatamente il mio Paese e non mi scoraggio davanti alle villanie e alle manipolazioni politiche», il che - tradotto - starebbe a significare che non si considera ancora politicamente defunto e, anzi, pronto più che mai dare battaglia per l'Eliseo.



A difenderlo, vista la disattenzione dei suoi colleghi di partito, è sceso il cucciolo di casa, il diciasettenne Louis (avuto dalla seconda ex moglie Cécilia Ciganer-Albéniz; mentre la più piccola di casa è Giulia, 2 anni avuta da Carla Bruni) che ha twittato la sua indignazione: «puro accanimento per garantire il suo non ritorno in politica».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Luglio 2014, 10:28
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