Dachau, rubata la targa "Arbeit macht frei":
era all'ingresso del campo di concentramento

Dachau, rubata la targa "Arbeit macht frei": ​era all'ingresso del campo di concentramento

di Giammarco Oberto

MILANO - Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi. Era la scritta in ferro sopra il cancello del lager di Dachau, a 16 chilometri da Monaco di Baviera, un simbolo della Shoà. L’hanno divelta e rubata insieme a tutto il cancello, e il personale del luogo della memoria se ne è accorto solo ieri mattina. Il ministero dell’Interno tedesco è stato immediatamente informato del furto.




«Questo è un salto di qualità della cultura della profanazione» ha commentato choccata la direttrice del memoriale, Gabriele Hammermann. Per il presidente della fondazione musei bavaresi è «un atto vergognoso»: «Sotto quella porta di ferro battuto costruita nel 1936 sono transitate più di 200mila persone, e 41.500 sono morte». Le autorità bavaresi stanno lavorando al caso, ma le indagini sono complicate dall’assenza di telecamere di sorveglianza. Brancolano nel buio, insomma.

Due le ipotesi: o un blitz di neonazisti per impossessarsi di un oggetto simbolo della barbarie hitleriana, oppure un furto su commissione. Come quello del dicembre del 2009 ad Auschwitz, in Polonia: la targa con la stessa scritta era stata rubata da criminali locali pagati da una coppia di neonazisti svedesi, che sperava di rivendere la targa a qualche miliardario scandinavo con il tarlo del Terzo Reich..
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Novembre 2014, 08:41
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