Tasse locali boom, +250% in venti anni. "Per ogni famiglia 4.000 euro in più l'anno"
di Mario Fabbroni
Confcommercio ha infatti presentato uno studio dal quale emerge che tra 1995 e il 2015 i tributi da pagare sono saliti dal 40,3% al 43,7%. Non solo. La variabilità delle aliquote e delle imposte locali determina che anche le imprese pagano di più o di meno. Fra Roma e Trento, ad esempio c'è uno scarto del 13,5% di tasse in più per l'imprenditore della Capitale. «Bisognerebbe fare più attenzione, non nel senso di ridurre l’autonomia impositiva quanto nel coordinamento generale tra la fiscalità dei diversi livelli di governo - dice il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella -. Oggi la quota di tributi locali, rispetto al totale di tributi e contributi è al 14,5%».
I tartassati (dal titolo di un celebre film di Totò) subiscono in vario modo, a seconda della residenza. «Non solo ci sono aliquote differenti - osserva Bella - anche differenti metodi di calcolo delle addizionali: a Campobasso si paga per scaglioni mentre a Napoli l'addizionale regionale è proporzionale. Insomma, ci sono migliaia di aliquote Irpef. Altro che semplificazione fiscale». Questi tributi generano un gettito per l'Irap di oltre 30 miliardi di euro all’anno, e per le addizionali Irpef di oltre 15 miliardi di euro all’anno. Altro argomento caldo, quello delle pensioni di reversibilità. Durante il question time alla Camera, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, afferma in Aula: «Il governo non è intenzionato ad intervenire sulle pensioni di reversibilità, ci proponiamo solo il superamento di sovrapposizioni e posizioni anomale».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2016, 09:55
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