Padoan: "Entro il 2015 assorbiti i debiti della Pa".
Napolitano: "Lavoro ai giovani o è la fine"

Padoan: "Entro il 2015 assorbiti i debiti della Pa". ​Napolitano: "Lavoro ai giovani o è la fine"

di Alessandra Severini
ROMA - Alla vigilia di un delicato vertice dell'Ecofin, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan prova a smorzare le polemiche interne all'Unione fra i sostenitori del rigore e chi chiede maggiore flessibilit delle regole di bilancio. E rassicura l'Europa: l'Italia ha avviato le riforme a una velocit mai vista e rispetter tutti i vincoli di bilancio, compreso quel tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil.





Anche il ministro, come il premier Renzi, però sostiene che quelle stesse regole «hanno ampi margini di flessibilità, che va usata al meglio». Le stesse frasi verranno ripetute al vertice dell'Eurogruppo e a quello dei ministri dell'Economia dell'Unione, in programma oggi e domani a Bruxelles.

Padoan però tiene anche a tranquillizzare gli italiani e assicura che non ci sarà bisogno di una manovra correttiva in autunno. Questo, nonostante la ripresa sarà – ormai è certo – molto più debole di quella sperata. Anche il Fondo monetario internazionale ha spiegato che nonostante si intraveda'un accelerazione, «i ritmi sono più lenti del previsto» e le prossime previsioni Fmi saranno ritoccate al ribasso.



Quello che il governo italiano ha intenzione di dire a Bruxelles è che chi fa le riforme «ha un costo nel breve termine, dunque ha bisogno di più tempo per raggiungere gli obiettivi». Insomma, riforme in cambio di un rallentamento del piano di rientro dall'enorme debito pubblico. Se passasse questo principio, l'Italia potrebbe mettere sul piatto le riforme avviate e ottenere in cambio dei vantaggi, come il rinvio di un anno del pareggio di bilancio oppure l'esclusione dal vincolo del 3 per cento del cofinanziamento nazionale ai fondi Ue, oppure delle risorse destinate a infrastrutture e politiche occupazionali. Il governo italiano potrà far valere le riforme avviate fra mille difficoltà: quelle istituzionali, quella fiscale, le privatizzazioni destinate a ridurre il debito.



Lo stesso ministro del Tesoro ha assicurato poi che l'arretrato dei debiti della Pa sarà «assorbito entro l'anno». Altra riforma chiave sarà quella del lavoro. Il ddl che completa il Jobs act, dovrebbe ricevere il primo via libera entro luglio ma si è riaccesa la polemica sull'articolo 18. Proprio il lavoro che manca però è una degli aspetti più drammatici della crisi. Il monito del presidente della Repubblica è stato chiaro: «Se non c'è lavoro per i giovani, è finita per l'Italia». La trattativa con Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità sarà quindi fondamentale anche per il futuro del Belpaese, ma purtroppo è solo all'inizio e l'esito è tutt'altro che scontato.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Luglio 2014, 09:48
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