L’Istat fotografa un’Italia 2015 dalle troppe sfaccettature, che comunque sembra in timida ripresa. Al punto che una buona parte del Belpaese ora trascorre più serate al ristorante e in albergo, organizza grigliate e siede in poltrocina a cinema e teatro. Conseguenza di una leggera ripresa dei consumi, con una spesa media che risale a 2.499 euro e 37 centesimi al mese: dieci euro in più rispetto all’anno prima, lo 0,4%. Per la prima volta dal 2011 si arresta ad esempio il calo dei consumi di carne e tornano in espansione le uscite per hotel e ristoranti (+11%). Aumentano più della media anche le spese alimentari in generale e quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura. Ma c’è una maggioranza che non cambia il trend del risparmio ad ogni costo: una famiglia su due cerca di fare economie sul cibo, altrettante rinunciano del tutto a viaggi e vacanze mentre c’è un 20% di italiani che è costretto a curarsi poco e male per problemi di budget.
In crescita anche la percentuale di giovani che sono rimasti nello stesso posto di lavoro per meno di un anno, dal 37,9% del 2014 al 43% del 2015. E fanno paura i Neet italiani, ovvero i giovani non occupati né in fase di formazione professionale: oggi più di un giovane su 4 tra i 15 e i 29 anni è un Neet, un terzo lo è da più di un anno. Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, commenta: «Peggio di noi fanno solo Spagna e Grecia. E anche per i salari siamo nelle parti basse delle classifiche europee. Il Jobs Act non avrà fatto aumentare i licenziamenti, ma neanche l’occupazione».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Luglio 2016, 08:28
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