Le t-shirt della «camorra» a ruba sul web: «Vergogna, la vendita è apologia di reato»

Le t-shirt della «camorra» a ruba sul web: «Vergogna, la vendita è apologia di reato»

di Valentino Di Giacomo

Costano dai 15 ai 25 euro e vanno a ruba, non solo a Napoli, ma soprattutto all’estero sulla scia del successo della serie “Gomorra”. Il marchio «Camorra» spopola sul web tra gadget e t-shirt messe in vendita su store del calibro di E Bay o Amazon. Ci sono grafiche e simboli per tutti i gusti e di ogni colore: si va dalla maglietta con la semplice scritta «Camorra» a quelle più elaborate che inneggiano ai personaggi della serie tv ideata da Roberto Saviano con riferimenti a “Sangue Blu” o a Genny Savastano. L’ultima creazione dei discutibili atelier - scovata online dal consigliere regionale della Lega, Severino Nappi - vede su una t-shirt la cartina dell’Italia con i colori della nostra bandiera, ma sulla Campania compare una piovra nera con ancora la scritta «Camorra», con tanto di “R” stilizzate a ricalcare i simboli di due pistole. Magliette che i ragazzini napoletani hanno sfoggiato in giro per l’Europa anche durante quest’estate, ma che sono spesso acquistate direttamente da cittadini stranieri alimentando quell’immagine deteriore dell’Italia e di Napoli che si fonda sui soliti cliché che si dividono tra pizza, pasta e l’iconografia delle gang mafiose.

«Chi mette in vendita questi oggetti - lancia la sfida il parroco anticamorra don Tonino Palmese - dovrebbe essere segnalato per apologia di reato». Per il presidente della Fondazione Polis «ci sono gli estremi affinché le forze dell’ordine e la polizia postale intervengano». «I ragazzi oggi vibrano su tre corde che sono - spiega il prete anticamorra - la provocazione, lo scherzo e quel senso di appartenenza malato perché pure sentirsi parte di una gang può far sentire più forte qualche mente debole». Non ammette mediazioni don Palmese, una vita spesa a contrastare i clan. «Ora magari spunterà qualcuno dei soliti intellettuali - dice - che dirà che non si può vietare in nome della libertà di indossare o vendere quelle magliette. Un po’ come già accaduto con i murales inneggianti i baby-camorristi».

Le magliette sono ricercatissime soprattutto all’estero, ma anche a Napoli ognuno può comprare una t-shirt che associa il proprio quartiere a qualche personaggio della malavita reale o immaginario. Ecco quindi andare a ruba nel centro storico la maglietta azzurra con la scritta «Napoli» e poi «Enzo Sangue Blu - Forcella Gang». C’è poi quella con in grande la scritta «Scampia» e poi «Gomorra Academy, Napoli Rules».

Restando ai personaggi di Gomorra ci sono poi le magliette con i disegni dei tatuaggi di “Sangue Blu”, quello delle tre croci stilizzate o il tribale di Genny Savastano. Per il rampollo del clan della serie tv impersonato da Salvatore Esposito è stata creata pure una maglietta con il disegno di un aereo e la dicitura «Natural products, Genny Savastano, Napoli-Italia, worldwide delivery service». Curiosamente, sempre su E Bay c’è persino un marchio che si chiama «Camorra», ma paradossalmente vende soltanto abiti e scarpe femminili. Un brand inconsapevole. 

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«Queste magliette - spiega il deputato del Pd, Paolo Siani, fratello del giornalista del Mattino ucciso nel 1985 - sono la dimostrazione che per sconfiggere la camorra è necessaria una vera rivoluzione culturale. La risposta migliore è non comprarle e non farle comprare, ricordando che chi sceglie la strada della criminalità organizzata prima o poi finisce in carcere. Ne sono testimonianza proprio in questi giorni gli arresti eccellenti documentati quotidianamente proprio dal Mattino». Secondo Siani «quelle magliette non solo inneggiano alla camorra, il che già basterebbe a censurarle, ma fanno un torto grave a tutti coloro che rappresentano la parte onesta di Napoli. Solo qualche anno fa realizzammo delle magliette con la Fondazione Polis. Avevano una scritta molto semplice: la camorra non vale niente». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Agosto 2021, 19:40
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