C'è anche Zerocalcare a Budapest per la prima udienza del processo a Ilaria Salis. «Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia»: questo il brano di una lettera di Ilaria Salis dal carcere, che citava un lavoro del fumettista Michele Rech.
Zerocalcare e le minacce ad amici e legali
«L'ingresso del tribunale era presidiato dai neonazisti che filmavano e fotografavano tutti quelli che arrivavano, con telefonini e telecamere», racconta Zerocalcare al Corriere. «All'inizio pensavo fossero guardie, poi ho visto i vari simboli nazisti». Dal gruppo di estremisti è partita una minaccia — che è stata sentita e tradotta dall'ungherese dall'interprete della famiglia Salis : «Gli è stato detto che gli avrebbero spaccato la testa», riferisce il fumettista.
La lettera
«I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Marzo 2024, 11:41
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