«Speriamo che persone più professionali e in grado di prendere decisioni attraverso il dialogo arriveranno un giorno al potere in Gran Bretagna». Così, senza troppi giri di parole, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha salutato le dimissioni del premier inglese Boris Johnson. Il terremoto politico britannico del resto, al pari delle difficoltà registrate in Italia da Mario Draghi e in Francia da Emmanuel Macron, diventa un assist indiretto per Mosca. Non solo perché uno dei più convinti sostenitori di Kiev alza ora bandiera bianca ma anche perché, più in generale, un governo diviso è meno incline ad offrire sostegno ad un altro Paese. Lo ha già dimostrato ad esempio lo scarso interesse del cancelliere Olaf Scholz nell'adozione di nuove sanzioni nei confronti della Russia.
Dimissioni Johnson, l'esultanza di Putin
Inevitabile quindi l'esultanza di Vladimir Putin e dei suoi fedelissimi. BoJo, com'è soprannominato al di là della Manica il quasi ex inquilino di Downing street, è stato uno dei pochissimi leader occidentali ad essere volato per ben due volte nella Capitale ucraina a portare il suo sostegno a Volodymyr Zelensky. Un sostegno che poi si è spesso concretizzato in un invio massiccio di armi, con il Regno Unito che è stato il solo Paese del Vecchio Continente a mettere a disposizione dei soldati di Kiev i propri missili a lungo raggio. In altri termini l'Ucraina perde un alleato di ferro.
Le tensioni nel governo Draghi
E, appunto, a guardare il delicato scacchiere politico europeo potrebbe anche non essere neppure l'ultimo.
Il caos in Francia
Non se la passa meglio il francese Emmanuel Macron che è uscito ridimensionato dalle elezioni legislative di giugno. E un Macron debole è un mediatore meno forte nelle lunghe trattative con Putin. Lo scenario in tal senso è particolarmente articolato. Una Francia meno capace di mediare rende l’Europa più debole e appiattita sui desiderata americani e, di conseguenza, anche Putin più invogliato a fare maggior pressione sul Vecchio Continente. Il tutto sempre tenendo a mente che la Francia è estremamente importante anche per quanto riguarda la stabilità dell’Africa, da cui si teme che il Cremlino possa lanciare una sua "offensiva" migratoria per tenere sotto scacco l'Europa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Luglio 2022, 15:17
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