«Sdraiatevi e guardate il cielo»: i compiti (speciali) per le vacanze in una scuola di Roma
Un po' metodo Montessori, addolcito dalle straordinarie capriole della fantasia di Gianni Rodari, con i ritmi della "Pedagogia della lumaca" del maestro Gianfranco Zavalloni?
«La Montessori fece una bellissima conferenza intorno al 1950 in Olanda: parlò del ruolo della scuola come strumento per aiutare i ragazzi a diventare cittadini del mondo. Una teoria assolutamente controcorrente in quel periodo, che fu osteggiata, forse anche perchè lei era una donna. Ma assolutamente moderna, che oggi è oggetto di discussione e condivisione. Anche la filastrocca è uno strumento di lavoro efficace. E poi c'è il fattore del tempo. Per crescere, per imparare, ci vuole tempo».
Ma in tutto questo le parrucche e gli occhialoni che indossa mentre fa l'appello cosa c'entrano? Non le sembra di esagerare?«Metto qualcosa di strano per attirare la loro attenzione, stimolare la loro curiosità. La curiosità è la molla per imparare».
E, allora, eccola la lezione tipo della maestra Manuela. Si entra in classe quando suona la campanella e per i primi dieci minuti ci si saluta. «Ciao, come stai?» «L' hai trovata la figurina che mancava?». Poi per altri dieci minuti si chiacchiera con la maestra su come è andata la giornata precedente, sul tempo, i colori e così via. Arriva il bidello che prende i nomi dei bambini che restano a mensa. Appello con la maestra travestita da fata turchina o da ape e poi via con la lezione. «Insegno italiano, storia e inglese. Ma cerco di farlo in maniera trasversale. Magari mentre insegno italiano viene fuori anche qualcosa di storia. O qualche parola che è interessante tradurre anche in inglese». Ma è interessante sapere in che modo la maestra sceglie quale delle tre materie insegnare: «Chiedo ai bambini quale materia vogliono che insegni. Votano per alzata di mano e la maggioranza vince. Certo, non sempre è possibile ma cerco il più possibile di seguire le loro inclinazioni». Dopo un'oretta ci si ferma per sgranchirsi le gambe e le braccia con gli esercizi del ragnetto
«I risultati ci sono perchè i bambini sono felici». E' riuscita anche a far sorridere un bambino che soffre di autismo, nella foto di classe. Un altro, addirittura, l'ha fatto diventare scrittore.«La mamma mi portò i suoi racconti. Li lessi molto tempo dopo e mi sembrarono belli. Strampalati ma molto belli. Riuscii a farglieli pubblicare da una casa editrice e poi invitai il ragazzo in classe a leggerli. Vedere quel ragazzo, con le sue difficoltà di lettura e con la difficoltà che aveva a muoversi, tenere in mano un libro che aveva scritto lui è stato un messaggio potente per i bambini: ognuno di noi ha il suo talento».
Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Giugno 2019, 14:07
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