«Limito», il vigneto-labirinto realizzato da Carpineti: l'opera di land art visitabile da giugno

Nella Tenuta Antoniana, tra Bassiano, Sermoneta e Sezze, una  vigna di circa tre ettari è stata ridisegnata per dare vita a un’opera dell'architetto paesaggista Fernando Bernardi,

«Limito», il vigneto-labirinto realizzato da Carpineti: l'opera di land art visitabile da giugno

di Laura Alteri

«Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso. Impara a vagare, a vagabondare». Questa citazione di Tiziano Scarpa spiega "Limito", il vigneto labirinto ideato dalla famiglia Carpineti dell'omonima azienda agricola di Cori.

Un'opera da primato, è il più grande labirinto al mondo costruito con soli filari della vite, in una struttura intricata e suggestiva, su un altopiano a 400 metri d'altezza, nella Tenuta Antoniana, tra Bassiano, Sermoneta e Sezze.
Qui una porzione di vigna di circa tre ettari, tra Bellone, Nero Buono e Abbuoto, è stata ridisegnata per dare vita a un'opera di land art che racchiude in sé design, innovazione e natura. Questa creazione artistica vegetale è stata anche applaudita al Vinitaly 2024: a Verona ha presentato lo scenografico progetto in versione digitale, lasciando tutti a bocca aperta. «Limito reinterpreta il vigneto come luogo inclusivo, da vivere come un tempo», spiega Paolo Carpineti, che da bambino attraversava il vigneto con triciclo e trattorino. «I miei nonni in vigna ci facevano i pranzi della domenica. Con Limito vogliamo trasformare un luogo produttivo in uno spazio da condividere».
«Paolo voleva costruire qualcosa di originale su questa porzione di terreno: così abbiamo pensato a un labirinto dalle linee sinuose, circondato ai lati da spirali e onde, il cui insieme conferisce dinamicità. Il labirinto però non è un percorso obbligato: si può infatti sostare nelle piazzole o camminare tra una spirale e l'altra», racconta Fernando Bernardi, architetto paesaggista che ha realizzato il progetto. «Abbiamo lavorato da marzo a giugno 2020. L'impianto del labirinto è stato fatto tutto a mano, tracciando il disegno dei filari per poi piantare le singole piantine seguendo le misure del progetto su carta. L'effetto finale ci ha sorpreso». «Un filare è dritto, va da un punto A a un punto B. Io invece penso che un vigneto debba essere un luogo fluido, che ognuno attraversa come vuole. Da qui l'idea del labirinto che trasforma il vigneto in una polis naturale, dove ci si incontra e si socializza», gli fa eco Carpineti. «Il labirinto è metafora della vita fatta di ostacoli da superare prima di trovare la propria strada. In sostanza perdersi per ritrovarsi e riscoprire il senso di sé; un po' come fa il vino che ci fa uscire dall'ordinario e ci mette in connessione con noi stessi».
Ottanta metri di diametro, 4 ingressi, otto cipressi come punto di riferimento, due spirali che possono essere percorse entrando da un lato e uscendo dall'altro: lo scopo è far vivere un viaggio nella natura, tra suoni, colori e profumi dei campi. Un dettaglio curioso: il disegno del labirinto si sviluppa seguendo il ritmo della natura, in maniera che i colori di uva e foglie, cambino con le stagioni.
C'è molta attesa per l'inaugurazione di Limito, che aprirà a giugno e sarà visitabile come un museo all'aperto. "Un'attrazione turistica perfetta per il nostro territorio: qui vogliamo ospitare eventi e restituire dignità e bellezza a luoghi dimenticati», conclude Carpineti.
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 13:03
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