“Cha Cha” minaccia dal carcere: «Quando esco ti vengo a cercare»

Nuovo processo contro Costantino Di Silvio per due lettere minatorie inviate a due vittime. In aula il pm Spinelli chiede la riunificazione con “Reset”: identiche modalità mafiose

“Cha Cha” minaccia dal carcere: «Quando esco ti vengo a cercare»

di Elena Ganelli

L’UDIENZA

«Grazie per avermi fatto prendere cinque anni in più, ti sei comportato bene». Una frase che, se inserita in una lettera che seppure non firmata arriva da Costantino Cha Cha Di Silvio contro il quale hai testimoniato in Tribunale, rappresenta una vera e propria minaccia. Che è costata al componente del gruppo criminale un procedimento penale nel quale gli viene contestata anche l’aggravante della modalità mafiosa proprio alla luce della sua appartenenza a quel gruppo, certificata da alcune condanne. Procedimento che proprio per questa ragione è stato accorpato al processo “Reset” attualmente in corso davanti al Tribunale di Latina: processo che vede sul banco degli imputati una trentina di persone tra le quali i fratelli Angelo e Salvatore Travali e lo stesso Cha Cha, chiamati a rispondere di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e varie estorsioni, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

A chiedere la riunione è stata ieri mattina il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Luigia Spinelli nell’udienza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Simona Sergio che ha quindi disposto il rinvio al 10 maggio, data nella quale è in programma la prossima udienza di “Reset”.

La vicenda oggetto di questo procedimento risale al periodo compreso tra il 2020 e il 2021 quando Di Silvio inviò, secondo l’accusa, due lettere dal carcere nel quale è detenuto, a due persone una delle quali aveva testimoniato contro di lui nel processo “Don’t Touch”.

Si tratta di un commerciante di Latina chiamato in aula a raccontare le estorsioni da parte del noto esponente del clan di Campo Boario che per quel processo è stato condannato in via definitiva - con sentenza della Corte di Cassazione di ottobre 2018 - a dieci anni di reclusione quale leader del gruppo criminale.

Gruppo che le sentenze nei tre gradi di giudizio hanno riconosciuto come un’associazione a delinquere che ha operato in città per svariato tempo occupandosi di diversi traffici illeciti, dall’usura all’estorsione, allo spaccio di droga. E’ stato lo stesso titolare del negozio di abbigliamento a presentare una denuncia dopo avere ricevuto la lettera. La seconda missiva, mai arrivata al destinatario, era invece indirizzata ad una persona estranea al procedimento e conteneva la frase: «Quando esco ti cerco».

Entrambe sono state intercettate dalla Polizia e secondo gli investigatori della Scientifica entrambe sarebbero riconducibili a Cha Cha. Nell’udienza di ieri mattina l’imputato, assistito dagli avvocati Angelo Palmieri e Gaetano Marino, era presente in video collegamento dal carcere di Vigevano dove è detenuto mentre non c’erano le parti offese.

Il pubblico ministero Luigia Spinelli ha chiesto di accorpare il processo a quello di “Reset” trattandosi di minacce aggravate dalla modalità mafiosa e il giudice Sergio, avendo accertato la competenza del collegio, ha trasmesso gli atti al terzo collegio penale del Tribunale presieduto da Mario La Rosa. Il 10 maggio prosegue “Reset” con una nuova imputazione per Cha Cha.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 23:55
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