C'è un indicatore infallibile per stabilire quanto gli italiani siano preoccupati per l'arrivo di un nuovo lockdown. È la vendita dei lievito. Nella settimana dal 19 al 25 ottobre 2020, temendo un periodo di reclusione, gli acquisti delle polveri lievitanti sono balzate del 76,2%, le farine del 48,5% e gli ingredienti per la pasticceria del 38,6%.
Succederà ancora, dicono gli esperti, ma con un senso di sfinimento e di nausea che accompagnerà tutti i gesti già fatti e le cose viste nella prima serrata. La gente sui balconi, i tutorial di cucina, la ginnastica in salotto. Questa volta sarà meglio, potremo andare a comprare una pizza e correre all'aperto, ma psicologicamente andrà peggio, perché «il tessuto sociale ed emotivo è molto provato e logorato», spiega il professor Claudio Mencacci, medico psichiatra, presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia.
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Crisi di coppia
«Allo stupore e alla paura del primo lockdown - sottolinea - il nostro sistema nervoso ha dato una risposta di tipo solidaristico e celebrativo, sulle note di noi ce la faremo. Adesso ci prepariamo al secondo svuotati e sfiancati». L'idea di un'altra Pasqua con il sole fuori e noi chiusi in casa ha perso l'aura eroica e crea solo nervosismo, che si riversa sui parenti stretti. Mario Abis, sociologo, docente all'Università Iulm di Milano e consultente della trasmissione Matrimonio a prima vista, non dà buone notizie: «A livello di coppia si accentueranno le tensioni del primo lockdown. Senza margini di libertà prevale la forza centrifuga. E ora si aggiunge la preoccupazione per i figli: la loro prolungata mancanza di socialità è diventata un problema e a differenza della prima ondata di Covid si ammalano anche loro».
Il primo consiglio per uscirne indenni è mantenere vive, con qualunque mezzo a disposizione, le relazioni interpersonali. «I dati mostrano che, prima del Covid, oltre tre milioni di italiani non avevano nessuno a cui rivolgersi.
Un grande aiuto, poi, arriva dalla pet therapy: con la pandemia sono oltre 3,5 milioni gli italiani che hanno portato a casa un cane o un gatto per superare la tensione. Che è già elevata, come segnala lo Stressometro realizzato dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. Secondo l'ultima rilevazione i timori per l'emergenza sanitaria sono al 50%, per la condizione economica al 14 e lavorativa al 13%. Il dato settimanale dello stress a livello generale torna oltre quota 60, attestandosi al 61% contro il 59% della settimana scorsa. L'indicatore rileva picchi più alti al sud (64%) e nelle isole (64%), seguiti da centro (62%), nord ovest (59%) e nord est (55%). Colpite soprattutto le donne, a ragione considerato che cinque su dieci durante l'epidemia hanno guadagnato meno e temono di perdere il posto di lavoro, mentre quattro su dieci dipendono economicamente dalla famiglia o dal loro compagno più che in passato.
Effetto esplosivo
«I dati dello stressometro si posizionano ai livelli del marzo 2020. Il governo deve puntare su programmi di promozione della resilienza. È necessario agire subito o le conseguenze saranno devastanti sul fronte della salute e dell'economia per il nostro Paese», avverte David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi. Che lancia l'allarme: «I dati sul consumo dei farmaci in Italia quest'anno sono drammatici». È il risultato di depressione più ansia, spiega Abis. «Quando si comincia a non parlare più del dopo ma del fatto che questo virus è più potente della nostra capacità di arginarlo, l'effetto è esplosivo. Lo si riscontra sulla coppia ma anche nella vita quotidiana nelle città, dove la micro violenza si sta espandendo come una bolla. Ho condotto diverse ricerche sul tema e la conclusione è che non ci sono più elementi di protezione. Anche la sequenza di esperti in televisione viene rifiutata, perché crea un effetto di confusione e scarsa credibilità». E allora, per ritrovare un po' di allegria, non ci resta che ricominciare a infornare torte.
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Marzo 2021, 09:04
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