Roma, via i sampietrini: ecco il piano

Roma, via i sampietrini: ecco il piano

di Flavia Scicchitano
Roma si prepara alla rivoluzione sampietrini. Il piano per la manutenzione, rimozione e ricollocazione della tradizionale pavimentazione delle vie storiche della capitale si fa sempre più vicino, con i primi lavori previsti entro fine anno.

Pensati per durare a lungo sotto il peso delle carrozze ottocentesche, oggi i sampietrini sono infatti spesso incompatibili con il caotico tran tran di auto e bus. Pericolosi e dissestati, ogni giorno mettono a rischio sicurezza e incolumità di migliaia di romani; per questo e per ricucire il tessuto viario e tutelare paesaggio, storia e tradizioni della città, traslocheranno da strade molto trafficate ad altre a maggiore vocazione pedonale e monumentale. 

Il programma predisposto dall’amministrazione capitolina, che durerà alcuni anni, prevede dunque la rimozione dei sampietrini da 68 strade a scorrimento veloce, tra cui via Nazionale, viale Aventino e via IV Novembre, e la loro ricollocazione in 113 vie, per lo più nel centro storico come via Condotti. Il punto di partenza del piano sarà il I Municipio per poi passare agli altri. Si partirà dunque con via IV Novembre, che diventerà tutta in asfalto; dovrebbe essere il primo intervento visibile entro il 2019. Tra gennaio e febbraio 2020, invece, inizieranno i lavori su via Nazionale; poi si proseguirà con viale Aventino, dove saranno rimossi i sampietrini, e via del Corso dove, invece, torneranno. Niente più selciato anche a via Marsala e via Giolitti. Ci saranno anche percorsi a sampietrini: quello da piazza San Giovanni al Colosseo o una serie di strade quali via dei Santi Quattro, via Santo Stefano Rotondo, via di San Paolo della Croce, o ancora il percorso di comunicazione delle Basiliche sull’Aventino con la riqualificazione in sampietrino di via di Santa Sabina fino a Piazza Cavalieri di Malta.

Non sono comprese nel piano perché necessitano di una più complessa progettazione le aree di Piazza della Repubblica a Piazzale Ostiense e Piazza di Porta Maggiore. Il piano, che prevede un finanziamento di circa 15 milioni di euro l’anno, è il frutto di un tavolo interistituzionale a cui hanno preso parte anche la Soprintendenza speciale archeologica, Belle arti e Paesaggio di Roma e la Sovrintendenza capitolina. Tra i vantaggi futuri: la semplificazione grazie all’ok delle autorità competenti su tutti gli interventi programmati. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Settembre 2019, 05:00
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