Roma, il monumento in memoria di Matteotti diventa giaciglio per i senza tetto

Roma, il monumento in memoria di Matteotti diventa giaciglio per i senza tetto

di Raffaele Nappi
Un giaciglio nel bel mezzo del monumento dedicato alla memoria di Giacomo Matteotti. Accade a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, all’altezza dello scalo De Pinedo, nel punto in cui Matteotti fu sequestrato nel giugno del 1924. Coperte, una bottiglia di vetro oramai vuota, lenzuola, buste, forse un materasso: tutto l’occorrente per ripararsi dal freddo della notte o per trovare riparo proprio all’ombra della stele eretta nel 1974 grazie ad una sottoscrizione pubblica. 



Un’offesa alla memoria e alla città. Il degrado, insomma, non risparmia nemmeno i luoghi simbolo. In questo punto Giacomo Matteotti, politico, antifascista e segretario del Partito Socialista Unitario, fu sequestrato da un gruppo di fascisti a bordo di una Lancia Lambda capeggiati da Amerigo Dumini nel pomeriggio del 10 giugno 1924, mentre si recava a piedi a Montecitorio. Il corpo di Matteotti fu ritrovato solo la mattina del 16 agosto successivo da un cane di un brigadiere dei Carabinieri in licenza, Ovidio Caratelli, in un bosco nel comune di Riano, 25 km a nord di Roma.

Nel 1974, a 50 anni dal rapimento e della sua uccisione, è stato inaugurato il monumento in memoria di Matteotti realizzato dallo scultore toscano Iorio Vivarelli: un cippo in bronzo dalla forma fiammeggiante (comunemente chiamato ‘il fiammifero’). Non lontano una stele con inciso il ricordo dell’attività del deputato. Tra le lapidi si legge una delle frasi più celebri pronunciate da Matteotti: “Uccidete pure me, ma non ucciderete mai le idee che sono in me”. Non è la prima volta che un luogo così simbolico viene preso di mira dai vandali. Nel gennaio del 2017 la lapide in memoria di Giacomo Matteotti è stata distrutta e ridotta in frantumi con attrezzi pesanti: sul marmo bianco, collocato in occasione dell’80esimo anniversario della sua morte, si leggeva “Il psdi in ricordo dell’80° anniversario del vile assassinio di Giacomo Matteotti”. 



Oggi, per fortuna la lapide è stata restaurata ed è tornata al suo posto. Il monumento, però, deve fare i conti con degrado, sporcizia e rifiuti che non risparmiano nemmeno un punto così emblematico della storia di Roma.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Novembre 2019, 09:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA