I professori in pensione perdono la pensione. Decine di casi, l'Inps: "colpa dei nuovi sistemi informatici"

I professori in pensione perdono la pensione. Decine di casi, l'Inps: "colpa dei nuovi sistemi informatici"

di Valentina Conti
«Sono in pensione d’ufficio da settembre e ad oggi mi dicono che mi pagheranno forse a partire dal 5 novembre. Non lo sanno nemmeno loro, la mia pratica è in regola, tutti i documenti a posto. È vergognoso, ho sollecitato da luglio per non avere disguidi. E’ davvero indicibile. Sono stata in servizio per 43 anni, sono da sola. Se non mi danno la pensione come posso vivere? Le bollette da pagare le mando a loro?». È quello che succede nella sede Inps di via de Balaguer.
B. A., docente di ruolo in pensione da settembre, è inferocita. Ad uno degli sportelli informativi le hanno risposto che, se tutto va bene, la sua pensione verrà erogata da novembre. «Mi hanno indirizzato all’Urp, volevo parlare con la dirigente responsabile, ma non è scesa. Parlano di problemi per metodologie differenti attuate, per il nuovo sistema informatico e altro. Ma come fanno a pagare con un ritardo di tre mesi?». Un’altra insegnante, D.R., chiede spiegazioni: «Mi avevano assicurato il pagamento a settembre: ho controllato sul conto, non c’è alcun bonifico. Non è normale essere mandati in pensione, avere le pratiche in regola e aspettare mesi per essere retribuiti». Gli sportelli della sede Inps dell’Eur sono supergettonati nell’ultimo periodo dalle proteste degli insegnanti pensionati. Segnalazioni su segnalazioni di ritardi di pagamento. 
«Per la verità, anche l’anno scorso ci sono stati disguidi simili, e hanno risolto con una tempistica parecchio lenta», dice un altro docente. La Direzione di coordinamento di Roma dell’Inps, contattata da Leggo, precisa che «per i pensionamenti del personale scolastico decorrenti dal 1° settembre 2017 è stata adottata dall’Istituto, di concerto con il Miur, una modalità operativa diversa da quella finora utilizzata. E, per quanto riguarda i dati giuridici ed economici necessari alla liquidazione, le banche dati utilizzate, NoiPA e Sidi, sono di appartenenza del Mef. Ciò ha generato nel corso delle attività molteplici difficoltà operative, che hanno dato vita ad inevitabili ritardi nell’ erogazione delle prestazioni». 
«La sede di Roma Eur – fa sapere ancora l’Inps - ha maggiormente sofferto il passaggio verso la nuova procedura di liquidazione, ma si è già attivata per adottare ogni utile soluzione operativa volta a risolvere i ritardi emersi e a definire le liquidazioni nel più breve possibile».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Ottobre 2017, 23:00
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