Premio Messaggero per i giovani Chiara Valerio: «Fiducia nelle parole, solo così è possibile battere la violenza» Sul giornale i nuovi elaborati

Premio Messaggero per i giovani Valerio: «Fiducia nelle parole, solo così si batte la violenza» I nuovi elaborati sul giornale

di Francesco Musolino

«Dobbiamo avere fiducia nelle parole, esercitarle con fiducia, ecco la via per allontanare la violenza». Scrittrice dal brillante eloquio, conduttrice radiofonica nonché editor di narrativa italiana in Marsilio, Chiara Valerio (1978) è originaria di Scauri ma romana da sempre e oggi vive fra la capitale e Venezia: «Roma vive i riflessi sbiaditi del proprio mito, una città vecchia ma piena di forza». Con La matematica è politica (Einaudi) ha mostrato l’attualità e l’importanza del libero pensiero critico, scalando le classifiche di vendita e mentre plaude al concorso Che cosa è importante per me? commenta i fatti violenti di questi giorni, dal Pincio alla maxi rissa in campo Bella Vienna, alle spalle di Rialto: «Sembra l’upgrade di un videogioco applicato alla realtà senza alcun valore civile».


Gang di ragazzi si danno appuntamento a Roma per picchiarsi. Che accade?
«Sono sincera, queste risse non mi sorprendono. Il Covid, ce ne rendiamo conto ogni giorno mediante le riunioni streaming, ha distrutto la discussione non l’assertività».


Anche Venezia è stata protagonista di una maxi rissa fra adolescenti in campo Bella Vienna, alle spalle di Rialto. Una moda di tendenza?
«Interessante che vadano scegliendo luoghi molto scenografici. Specialmente se questi video sono condivisi e commentati, la scelta del Pincio, di Villa Borghese e della zona di Rialto è decisamente strategica. Sono ragazzi avvezzi ad avere uno sfondo, si scelgono il set migliore».


Quando si passa alle mani?
«Quando le parole diventano inefficaci o quando non riusciamo a mostrare il senso delle nostre azioni. La violenza non può essere logica ma ne esiste una grammatica universale, come le belve che mostrano i denti per segnare il territorio».


Il Messaggero ha lanciato il concorso Che cosa è importante per me? Cosa ne pensa?
«Un’idea efficace, necessaria per far comprendere ai ragazzi che le parole esistono per comunicare e appianare i diverbi. Esercitare le parole, significa allontanare la violenza. Io ci credo davvero».


Cosa ci manca?
«Ci serve fiducia nelle parole, spero che questo concorso ce la restituisca.

La cultura dà possesso del mondo ma noi dobbiamo averne cura, altrimenti l’unica alternativa che ci resta sono le azioni immediate, i gesti. Anche quelli violenti, ovviamente».


Che futuro vede per Roma?
«Roma è una città vecchia da sempre. Matteo Rovere ne Il primo Re l’ha narrata, in modo convincente, come una città aurorale ma lo ammetto, non l’ho mai percepita in tal senso».


Lei come la vede?
«Roma, come tutti i miti, esiste da sempre e si rinnova. Oggi viviamo una fase in cui il mito è sbiadito ma c’è stata una fase, negli anni Sessanta, durante la quale Roma era il centro del mondo, bastava esserci. Ma sono sempre speranzosa, questa città è vecchia, estremamente cinica ma molto devota».


Questa ribellione si tradurrà anche in narrativa futura?
«Servirebbe un lavoro solitario davanti ad una pagina bianca, l’antitesi del darsi appuntamento sui social per picchiarsi. Non credo che questi gesti abbiano un valore civile, mi sembrano l’estroflessione di una sofferenza, sono ragazzi che stanno rosicando perché si sentono incapaci di vivere il proprio corpo».

I nuovi contributi

Sul giornale in edicola oggi i nuovi contributi, arrivati in redazione, dei giovani che stanno partecipando al concorso indetto da Il Messaggero "Cosa è importante per me". L'iniziativa, rivolta agli studenti del Lazio dai 14 ai 19 anni e dedicata alla memoria di Willy Monteiro ed Emanuele Morganti, vedrà la premiazione a pari merito ogni mese - da dicembre a febbraio - di tre giovani i cui elaborati saranno valutati dalla giuria composta dal direttore Massimo Martinelli dai vicedirettori, Osvaldo De Paolini, Alvaro Moretti e Guido Boffo e dagli editorialisti Enrico Vanzina e Maria Latella. Il concorso, che punta a dar voce ai giovani di oggi e capire quali sono per loro i valori predominanti, è sostenuto dall'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Dicembre 2020, 23:57
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